Non ci sarà, almeno per adesso, un evento centrale di discussione e celebrazione della rigenerazione del Movimento 5 Stelle. Giuseppe Conte, appena proclamato presidente dal reggente Vito Crimi nella notte tra venerdì e sabato, ha piuttosto annunciato un lungo giro per i territori. Vuole promuovere la sua idea di M5S nel corso di un tour che non debba necessariamente corrispondere a esigenze di campagna elettorale, sebbene la scadenza del voto amministrativo del primo fine settimana di ottobre per forza di cosa influenzerà la sua agenda nel mese di settembre.

SARÀ UN MODO per stabilire un contatto con la base ma anche provare a stabilire contatti con i comuni cittadini, visto che il neo-leader ha precisato che non necessariamente i forum locali che sostituiranno i meet-up dell’era Casaleggio saranno riservati agli iscritti. Così verrà sottolineata la natura «civica» del nuovo corso e si eviteranno i personalismi e i duelli tra personaggi più in vista e si alterneranno i temi classici e ortodossi con quelli più moderati di una forza di governo. Conte ha intenzione di appoggiarsi ai parlamentari che sta imparando a conoscere meglio e il cui ruolo vuole valorizzare, come ha spiegato subito dopo essere stato eletto.

ALMENO PER UN ALTRO paio di mesi, sarà perseguitato dalla perversa condizione secondo la quale se Virginia Raggi dovesse perdere le elezioni e a vincerle dovesse essere il suo ministro dell’economia Roberto Gualtieri, allora lui potrebbe concorrere alle elezioni suppletive alla camera e quindi partecipare dall’interno alla partita sul prossimo presidente della Repubblica.

PER ADESSO appronta la sua squadra. Come si vociferava da giorni, la partita degli organigrammi si risolverà soltanto il mese prossimo, dopo la pausa agostana. In questo momento c’è soltanto una persona che ha un ruolo certo nel futuro M5S, al di là di Conte e Beppe Grillo. Si tratta del tesoriere Claudio Cominardi, che ha il delicato ruolo di trovare il modo di finanziare la macchina organizzativa disegnata dal nuovo statuto, con funzionari, responsabili territoriali e referenti per settori e temi specifici. «Sarà la testimonianza di un grande rinnovamento, con l’inserimento di un centinaio di nuove figure», dice Conte al Fatto Quotidiano. Sarà un passaggio di scala non irrilevante, tanto più che alcuni dei personaggi più vicini al nuovo leader dicono che non è affatto escluso che alla fine l’ex presidente del consiglio decida di prendere i fondi pubblici e al 2 per mille, cosa finora esclusa categoricamente dai grillini.

IL TUTTO PER COSTRUIRE un progetto che Conte vuole, ed è questo l’aggettivo che ha usato più di frequente nel suo piccolo discorso di insediamento, «solido». Sempre a proposito di organismi interni, ieri il comitato di garanzia, composto da Crimi, Roberta Lombardi e Giancarlo Cancelleri ha rimesso il mandato a presidente e garante. Il terzetto nelle giornate della rottura che sembrava irreparabile si era schierato nettamente con Conte. Adesso spetterà a Grillo proporre una rosa di nomi da far approvare agli iscritti. Potrebbero farne parte Luigi Di Maio e Roberto Fico, sempre che non consideri il suo ruolo istituzionale incompatibile con questo dentro il M5S.

INTANTO, dal centrosinistra piovono auguri a Conte. Il segretario del Pd Enrico Letta manda il suo in bocca al lupo via tweet e dalla sinistra della coalizione Loredana De Petris, Pietro Grasso e Nicola Fratoianni auspicano che la leadership di Conte si svolga all’insegna del cammino che ha caratterizzato il suo secondo governo. Grillo continua a tacere, mentre si esprime con toni entusiastici Di Maio. «Il paese sta cambiando – sostiene nel suo messaggio – La pandemia ha stravolto le nostre vite, ci sono priorità precise e il nuovo corso del Movimento dovrà essere interprete di questi cambiamenti per trovare soluzioni concrete. Più volte hanno provato a raccontarci come finiti, lacerati, ma siamo ancora qua. Uniti, con le idee chiare, con una nuova energia e con tante responsabilità che vogliamo onorare al meglio».

POI, TRA I TANTI, il messaggio della sindaca di Torino Chiara Appendino, che è in lizza per un posto da vicepresidente: «C’è un paese che ha bisogno di speranza, di fatti concreti, di visione, e di tornare a vedere un futuro nuovo su cui lavorare insieme». Gli autoconvocati ortodossi, contrari al nuovo corso, hanno annunciato per il 10 agosto la notte delle stelle cadenti, che dovrebbe consistere in una disiscrizione di massa. Ma il Movimento 5 Stelle che Giuseppe Conte cerca di far decollare a questo punto appare davvero già lontano dalle guerre stellari di altre galassie.