L’inviato speciale delle Nazioni Unite per la Libia Ghassam Salamé con due interviste gemelle su La Stampa e sul giornale tedesco Die Welt ha sottolineato che l’Onu «riprenderà una parte fondamentale delle attività in Libia a partire dagli inizi di ottobre». Salamé ha quindi parlato della possibilità di dispiegare circa 250 «incaricati alla sicurezza» delle Nazioni Unite presso il compound dell’Onu, esprimendo la speranza che possano giungere già nelle prossime settimane in Libia per poter far ripartire l’attività della Missione delle Nazioni Unite già all’inizio di ottobre. Non si tratta di caschi blu ma militari appartenenti all’Ungu, l’Unità di guardia delle Nazioni Unite. Sottosegretario generale dell’Onu per le operazioni di mantenimento della pace, Jean-Pierre Lacroix, che – riporta il New York Times – da Ginevra ha detto: «Si tratterà anche di personale proveniente dal Nepal».

La Missione di sostegno delle Nazioni Unite in Libia (Unsmil), attiva dal 16 settembre 2011, è di tipo politico e non militare. È guidata dal dipartimento di Affari politici del segretariato dell’Onu. Tra i compiti vi è quello di assistere gli sforzi nazionali per ripristinare la sicurezza e promuovere lo Stato di diritto.

Salamé ha detto di aver visitato in Libia «finora sette località, non solo Tripoli» ma si è rammaricato di non aver visitato il sud del paese, la zona del Fezzan. Per Salamé le elezioni democratiche, promesse a primavera del premier di Tripoli Serraj, sono il modo per esprimere la volontà politica delle persone. Tuttavia, ha aggiunto, servono dei requisiti e leggi chiare per consentire delle votazioni in Libia realmente democratiche, aspetto che per Salamé è stato «dimenticato» nel dibattito in Europa.

In merito alle azioni per trovare una mediazione tra le parti libiche attuate da vari attori internazionali, Salamé ha sottolineato che «una proliferazione degli sforzi di mediazione» non è di grande aiuto. I libici – ha aggiunto – sono confusi quando vedono di fronte a loro sei o sette diverse operazioni». L’inviato Onu ha sottolineato che pur con tutti i limiti del caso l’Onu è meglio preparata a svolgere un ruolo di mediazione fra le parti: «L’Onu – ha aggiunto – ha delle caratteristiche negative. Non ha militari, non possiede una compagnia petrolifera, non produce nulla e non vende nulla, ma è meglio preparata a svolgere il suo ruolo rispetto agli Stati o ad altre organizzazioni».

Intanto nel Fezzan nascono nuove milizie con lo scopo di intercettare i migranti provenienti dal Ciad e dal Niger.

Oggi in Congo-Brazzaville si terrà un vertice degli stati africani sulla situazione della Libia. Al verice però il generale ribelle della Cirenaica Kalipha Haftar non parteciperà. Non è chiarissimo il perchè abbia declinato l’invito ma di sicuro i suoi rapporti con il premier di Tripoli Fajez Serraj – che invece sarà presente insieme ai leader di Etiopia, Mauritania, Niger, Sudafrica, Algeria, Ciad, Egitto, Sudan e Tunisia – recentemente si sono notevolmente deteriorati. Di nuovo, dopo l’incontro senza stretta di mano a Parigi convocato in solitaria da Macron. Haftar ha dichiarato di sentirsi rappresentato in Congo da Ageela Saleh.