«La solidarietà non è reato», «Io sto con la sposa #matrimonisolidali», «Ius soli perché non siamo soli», «Il silenzio è complice», «Avesse rubato 49 milioni sarebbe ministro. Invece aiuta le persone e lo arrestano», «Salvini vergogna, più facile fare la voce grossa con le persone oneste che con la ’ndrangheta». C’è tanta indignazione, tanti buoni sentimenti e forse anche un po’ di confusione in Piazza dell’Esquilino, a Roma.

Grazie ad un tam-tam che ha viaggiato sui social già dalla mattina per iniziativa dell’associazione Baobab Experience e dell’Arci, centinaia di persone si sono radunate spontaneamente ieri pomeriggio davanti alla Basilica di Santa Maria Maggiore per esprimere solidarietà al sindaco di Riace, Domenico Lucano, arrestato in verità per effetto di un’inchiesta giudiziaria iniziata nel gennaio 2017, quando al Viminale sedeva (da meno di un mese) Marco Minniti.

Ma questo è un particolare che sfugge – o forse non interessa un granché – alla maggioranza dei cittadini che hanno sentito l’esigenza di opporsi al pensiero dominante che incorona il governo di Salvini al 60% dei consensi, e sono scesi in strada per manifestare tutta l’opposizione possibile al nuovo corso politico «che specula sui sentimenti anti-immigrati». Con un po’ di paura, perché «il fascismo è alle porte». Per tutti Mimmo Lucano è «un mito», «un esempio», qualcuno che è riuscito a «costruire un modello di solidarietà» e contemporaneamente «a dare una prospettiva di sviluppo a Riace che era in declino ed è rinata».

Nella piazza abbondano soprattutto militanti delle organizzazioni antirazziste ed esponenti di associazioni di immigrati. C’è anche qualche sindacalista (poche bandiere della Cgil e dell’Usb), e alcuni rappresentanti locali del Pd (tra cui il segretario romano Andrea Casu), di Radicali italiani, Potere al Popolo e Liberi e Uguali. Tra i tanti consiglieri comunali e municipali, il capogruppo capitolino di SI, Stefano Fassina, che ammette: «È un errore criticare le inchieste che non ci piacciono mentre si applaude l’inchiesta su Salvini per la Diciotti. La magistratura verificherà se ci sono state violazioni, ma la legalità non sempre corrisponde alla giustizia sociale».

Non altrettanto espliciti invece altri attestati di solidarietà a Lucano che esprimono sempre il «massimo rispetto» per il lavoro della magistratura ma confermano pure «la vicinanza alla comunità di Riace», come scrivono in una nota congiunta Anpi, Arci, Cgil e Articolo 21. La Uil invece chiede alla procura di Locri di fare «chiarezza su questioni che appaiono ancora molto nebulose», mentre gli eurodeputati del Pd esprimono «solidarietà al sindaco di Riace e a chi si impegna per sperimentare percorsi di integrazione, soprattutto in un momento in cui il governo è impegnato nel diffondere razzismo e nel minare le basi della convivenza civile».

Paradossalmente, gli unici che criticano esplicitamente il lavoro dei pm calabresi sono i Giuristi democratici, che considerano l’arresto di Lucano «un adeguarsi anche da parte di certa magistratura alle scelte della politica». E auspicano che la magistratura «possa al più presto correggere il provvedimento cautelare a suo carico e restituirlo così alla libertà e al suo ruolo di sindaco “visionario”, così come è stato definito dalla stampa internazionale».