Il centrosinistra sprofonda anche in Molise, e Liberi e uguali incassa quasi la stessa percentuale delle nazionali: uno scarso 3,2. Che porta il coordinatore di Mdp Roberto Speranza a conclusioni drastiche: «Si sta consolidando un nuovo bipolarismo senza la sinistra. È sempre più chiaro che l’unica strada per evitarlo è azzerare e ricostruire tutto», scrive su facebook. Una posizione di decisa riapertura al dialogo con il Pd che rispecchia la discussione interna a Mdp. Ma non quella di Sinistra italiana, gli alleati nella lista Liberi e uguali.

Per ora il dibattito sul «big bang» a sinistra si sviluppa sottotraccia. In attesa degli esiti delle consultazioni. Ma anche per evitare lacerazioni preventive. Mdp terrà la sua kermesse il 12 maggio, e lì rilancerà l’idea di una sinistra autonoma ma in un nuovo campo democratico. Ma la teoria del «big bang» non convince gli alleati. «In punto di teoria potremmo anche essere d’accordo», ragiona Peppe De Cristofaro, della segreteria nazionale di Si, «ma fatta così si tratta di una discussione astratta e priva di una sua base materiale: nel Pd non c’è un interlocutore che ragiona di questo. Fra l’altro con Renzi ancora in campo, di che parliamo? Il rischio è di fare sempre lo stesso errore: ripartire dalle formule politiciste e dai contenitori, anziché dai contenuti».

Nonostante tutte le promesse di unità, dunque, Leu si consuma nei fatti in uno sfilacciamento generalizzato. Dal lato Mdp ogni giorno il governatore della Toscana Enrico Rossi certifica «il fallimento» della lista e del Pd e propone la nascita di un «partito del lavoro». Dal lato di Sinistra italiana è Stefano Fassina ad avvertire che, pur essendo tutte le opinioni legittime, la discussione dovrebbe svolgersi in maniera democratica: «Sono molto preoccupanti i propositi di chi in Leu, invece di affrontare la discussione nell’unica sede legittima ossia l’assemblea nazionale, vuole archiviare dall’alto e unilateralmente un progetto che ha raccolto oltre un milione di voti e che ci siamo impegnati, prima e dopo il voto, a portare avanti». La decisione sul futuro di Leu spetterebbe all’assemblea «come deciso dai gruppi dirigenti in un paio di riunioni congiunte nelle scorse settimane», e che dovrebbe essere convocata entro maggio. «È inaccettabile e irresponsabile escludere dalla discussione e dalle scelte chi si è fidato di noi e si è impegnato in prima persona, anche con grandi sacrifici, in campagna elettorale», conclude Fassina. Ma anche sulle modalità dell’assemblea ancora non c’è accordo: l’assemblea nazionale formalmente è quella formata dai delegati eletti dai territori e poi convocati il 3 dicembre 2017 a acclamare leader Piero Grasso. Si ne chiede una «con carattere di massima apertura».