«Siamo di fronte alla più lunga campagna elettorale della storia della Repubblica. È iniziata a maggio finirà a dicembre. E guardi, io giro il paese come una trottola. Le assicuro che la gente ha la testa ad altro. C’è una questione sociale fortissima. Questa politica chiusa nel castello del dibattito istituzionale rischia di allontanarsi ancora di più dai cittadini». Italicum no grazie, vorrebbe rispondere Roberto Speranza, capofila della minoranza Pd. Non può farlo, naturalmente, ma si sfoga: «Il dibattito sul referendum, ha sequestrato la politica e ci disconnette dal paese. Pensare di riconquistare la fiducia con la chiave istituzionale è un errore».

Avevamo capito che Renzi volesse proporre come cambiare l’Italicum. Invece ora dice che la mossa spetta agli altri. Alla prossima direzione Pd voi farete una proposta??

L’abbiamo fatta da mesi. È pubblica, è anche depositata al senato con la firma di una ventina di senatori. È il Mattarellum 2.0, risponde alle due questioni che abbiamo posto in questi mesi. Primo: che i cittadini possano scegliere i propri deputati. Con l’Italicum la maggioranza assoluta di deputati sarebbe composta da nominati. Secondo: che non si consenta a una minoranza di diventare maggioranza assoluta in parlamento attraverso un artificio elettorale.

Renzi non vuole rinunciare al ballottaggio. Per voi il turno unico è una condizione irrinunciabile?

Ma non è l’unica. Il meccanismo del ballottaggio così com’è congegnato nell’Italicum può portare una minoranza nella società a dominare in parlamento. È un punto che ho posto sin dall’inizio, per questo ho votato contro la legge, non ho votato la fiducia posta in maniera sconsiderata dal governo, e poi mi sono dimesso da capogruppo alla Camera. E l’ho fatta prima che i grillini vincessero 19 ballottaggi su 20.

Insomma giudica finta questa ennesima mossa di Renzi.

Sono stanco di leggere interviste, segnali di fumo, criptoaperture, mozioni farlocche. Io sulla legge elettorale ho fatto cose chiare. Quando Renzi ha detto ’decide il parlamento’ da parlamentare ho fatto una proposta. Le mie idee sono lineari. Ma la mia attività politica non è ogni giorno cercare di interpretare l’ultimo retroscena.

L’interpretazione più probabile è che Renzi cerchi di recuperare, per il referendum, i voti di chi come voi è contrario all’Italicum.

Io giudico i fatti, e i fatti sono quelli che ho detto. Al momento altri non ne vedo. Il tempo delle parole è finito. Tra referendum e legge elettorale c’è un rapporto stretto, anzi sono un’unica grande riforma: le due leggi sono inscindibili perché nel momento in cui tu stai deliberando che una sola camera fa le leggi e dà la fiducia al governo diventa decisivo come eleggi quella camera. Dunque con l’Italicum io voto no al referendum.

Crede che la legge elettorale potrà essere cambiata prima del referendum?

Ma non sta a me. Ogni giorno su un giornale c’è una velina con le ipotetiche.

Secondo D’Alema per cambiare l’Italicum in meglio si deve prima bocciare la riforma costituzionale. È d’accordo?

A differenza di D’Alema io sono un deputato, ho fatto una proposta e su quella misurerò il dibattito del mio partito.

Secondo Renzi il referendum si vince con i voti della destra. È una questione di algebra?

Io incontro tante persone di sinistra e centrosinistra orientate a votare no. E che quando Renzi dice che si vince a destra si sentono persino incentivate a votare no.

Ma Renzi lo dice da sempre. Ve ne lamentate ancora?

Non è vero, questa è una caricatura. Quando dice di essere disposto a perdere voti per salvare una vita in mare sono orgoglioso degli argomenti del mio segretario. E quando si batte contro l’austerità. Altre scelte sono sbagliate rispetto alla domanda di equità sociale che c’è nel paese: togliere le tasse sulla casa ai milionari, dare 500 euro ai figli dei milionari come a quelli dei disoccupati .

Il clima elettorale farà bene alla legge di bilancio?

Spero che punti su due elementi di fondo: investimenti e equità, ossigeno per chi resta indietro. C’è bisogno di una misura vera e universale di contrasto alla povertà, che non si esaurisce con le pensioni su cui pure si sono fatti passi avanti. E investimenti: pubblici e privati possono essere il vero fattore per rilanciare la crescita. Sanità, piano per l’edilizia, infrastrutture.

Parla del Ponte sullo Stretto?

Ma no. Ci sono ben altre infrastrutture indispensabili. Per esempio l’alta velocità si ferma a Salerno.