I dati trasmessi ieri dalle regioni parlano di 252 nuovi casi positivi al coronavirus e 5 vittime di Covid-19. Il giorno prima, i nuovi casi erano stati oltre 300 ma il trend settimanale rimane in leggero rialzo. Negli ultimi sette giorni si sono registrati mediamente 232 nuovi casi al giorno, mentre una settimana prima erano stati 190.

La regione con il maggior numero di nuovi casi è l’Emilia-Romagna che ne conta 63, 10 in più della Lombardia. Le persone contagiate mostrano sintomi lievi e i ricoverati sono sempre più rari. In terapia intensiva ci sono 46 persone in tutto il Paese, tre meno di ieri.

Al miglioramento delle condizioni contribuisce anche il ringiovanimento dei pazienti: i nuovi infetti hanno mediamente quarant’anni, circa venti meno che a febbraio e marzo. «Questo è in parte dovuto alle caratteristiche dei focolai che vedono un sempre minor coinvolgimento di persone anziane e in parte all’identificazione di casi asintomatici tramite screening in fasce di età più basse», spiegano i tecnici della cabina di regia istituita dal ministero e dell’Istituto Superiore di Sanità nel rapporto settimanale. Nulla di preoccupante per il momento, dunque. Secondo il rapporto, l’indice di trasmissione Rt è ancora a 0,95 e cioè al di sotto di 1, la soglia di allarme. È addirittura a zero in Molise, Puglia e Calabria. Tuttavia, il monitoraggio si riferisce ai casi diagnosticati nel periodo 13-19 luglio e sconta quasi una settimana di ritardo.

I motivi per rimanere prudenti ci sono: in sei regioni, Rt è tornato al di sopra dell’unità. Si tratta di Veneto (1,18), Emilia-Romagna (1,14), Piemonte (1,07), Liguria (1,06), Lazio (1,04) e Lombardia (1). La Toscana è a 0,99. Sono sempre le stesse da almeno tre settimane e rappresentano circa la metà della popolazione italiana. «Persistono diversi focolai di ampiezza variabile in quasi tutte le regioni», spiega Gianni Rezza, il responsabile delle attività di prevenzione del ministero della salute. «Molti di essi sono causati da persone provenienti da paesi ad alta incidenza di coronavirus».

Ma più che l’origine geografica, pare determinante il settore professionale. Molti focolai sono legati alle aziende di logistica. Dopo i contagi alla Bartolini di Bologna, i test sui dipendenti, sui familiari e sui “padroncini” che lavorano per l’impianto di Rovereto ieri hanno fatto emergere altri 14 casi. Anche il focolaio rilevato nella provincia di Rimini si è sviluppato in una ditta dello stesso settore, con 8 casi su 9 riferibili a lavoratori stranieri. In Puglia, chi arriva da stati esteri e regioni a rischio deve segnalarsi alle autorità sanitarie regionali. È così che anche ieri sono stati individuati 13 nuovi positivi tra Foggia e Lecce.

La paura di importare nuovi casi dall’estero ha suggerito al ministro della salute Roberto Speranza di aggiungere anche Romania e Bulgaria all’elenco degli Stati i cui cittadini, arrivati in Italia, devono sottoporsi alla quarantena obbligatoria. La misura era già valida per i paesi al di fuori dell’Unione Europea o non aderenti al trattato di Schengen.