Incredibile ma vero: sulla carta, in Germania ci sarebbero le condizioni per un governo progressista. I partiti a sinistra della Cdu-Csu, infatti, hanno la maggioranza assoluta dei seggi nel Bundestag, la Camera dei deputati tedesca: la somma di Spd, Linke e Verdi fa 320, mentre i democristiani della cancelliera si fermano (si fa per dire) a 311. Purtroppo, però, quella semplice possibilità numerica non significa ancora nulla in termini politici: a livello federale i rapporti a sinistra continuano a essere freddi, e i socialdemocratici si trovano più a loro agio nella stanza dei bottoni insieme a Merkel e compagnia.

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Se si dà uno sguardo al Bundesrat, la seconda camera del parlamento tedesco dove siedono i rappresentanti dei governi dei 16 Länder, il paradosso si ripete: anche in questo caso prevale il campo progressista, che dispone di 36 voti su 69 totali. Una maggioranza (assoluta) che potrebbe crescere a 40, se dalle urne di oggi verrà un cambio alla guida della Turingia e una conferma della coalizione Spd-Linke in Brandeburgo. Un rapporto di forze che resterebbe immutato sino al 2016, anno di elezioni in molte regioni «in bilico», come il Baden-Württemberg (dove per la prima volta dal dopoguerra amministra un’alleanza Verdi-Spd).

Se è illusorio attendersi nel corso di questa legislatura clamorosi cambiamenti di linea da parte della Spd in merito al governo con Merkel, qualche effetto del combinato disposto delle maggioranze virtuali nei due rami del parlamento potrebbe esserci. Dal Bundesrat devono passare molte leggi importanti, a cominciare da quella di bilancio all’esame delle camere proprio in queste settimane: la grosse Koalition, da sola, non ha i numeri per farla approvare, e quindi sarà obbligata a cercare il consenso dei Verdi, che negli scorsi giorni non hanno fatto mancare parole molto dure contro una finanziaria che considerano «pericolosa e ingiusta». «Il ministro delle finanze Wolfgang Schäuble – dicono gli ecologisti – dà per scontata una crescita economica che non si vede, e rinuncia ai necessari investimenti in energie rinnovabili, educazione e servizi pubblici».

Critiche simili a quelle della Linke, che da tempo sostiene che le maggioranze progressiste nei due rami del parlamento andrebbero utilizzate per approvare leggi sulle quali i tre partiti a sinistra di Merkel hanno – almeno in teoria – le stesse posizioni.

Esempi? La reintroduzione di una tassa sui grandi patrimoni, promessa elettorale che la Spd ha sacrificato sull’altare della grosse Koalition. E il diritto al matrimonio e all’adozione anche per gli omosessuali, che attualmente possono contrarre un’unione civile che, seppur sia stata modificata in meglio nel corso degli anni, continua a contenere discriminazioni rispetto al matrimonio.