I 630 migranti giunti a Valencia sulla nave Aquarius, e sulle altre due navi italiane Dattilo e Orione di supporto, hanno tutti intenzione di chiedere asilo politico alla Spagna. Lo sostiene la Commissione spagnola di aiuto al rifugiato (Ceor) che ha partecipato alle operazioni di accoglienza domenica nella capitale valenziana.

Circa la metà di loro, secondo la vicepresidente spagnola Carmen Calvo, ha comunque espresso l’intenzione di proseguire il viaggio verso la Francia, dopo che i vicini del nord si sono offerti di aiutare la Spagna nella gestione dell’emergenza umanitaria. La stessa Ceor ieri ha fatto sapere che sono stati respinti i due terzi delle più di 31mila richieste di asilo presentate in Spagna nel 2017 (in Italia le richieste nello stesso periodo sono state 128mila). Il dato di accettazione delle richieste d’asilo è dieci punti percentuali sotto la media europea. Al momento, sempre secondo Ceor, ci sono più di 43mila richiedenti asilo in attesa di un verdetto.

A ciascuno dei migranti, accolti domenica da un imponente dispiegamento di polizia, personale sanitario, avvocati esperti in asilo, volontari e ong, sono stati consegnati tre documenti. Uno per informarli che era stato loro concesso un permesso speciale «per ragioni umanitarie» di 45 giorni; nel secondo si comunicava che durante questo periodo devono iniziare le complicate e spesso insormontabili pratiche di regolarizzazione della propria situazione o chiedere asilo politico; e infine nel terzo documento si avvertiva della possibilità di poter essere accolti dalla Francia, come promesso dal presidente Macron sabato. Fra i migranti arrivati a Valencia c’erano 68 minori, di cui 46 non accompagnati che passeranno immediatamente sotto la tutela della Generalitat (governo) Valenciana. Ben 31 le nazionalità di provenienza, con prevalenza di Sudan, Algeria, Eritrea, Nigeria.

«L’Europa non può continuare a mandare un messaggio al mondo dicendo che questo luogo particolarmente privilegiato del pianeta chiude gli occhi», ha chiosato Calvo.

Assieme alla soddisfazione espressa dalle ong per come è andata domenica, c’è però la volontà di ricordare che l’emergenza umanitaria non si chiude con la gestione dell’arrivo dei migranti dell’Aquarius. «Ora c’è bisogno di trasformare questo impulso generato dall’Aquarius, questa volontà, in una strategia per la gestione dei flussi migratori in Spagna», ha detto la portavoce dell’Alto commissario delle Nazioni Unite per l’accoglienza dei rifugiati María Jesús Vega.

In questo stesso weekend sono arrivati in Andalusia su 72 barconi più di 1.100 persone, nessuna delle quali ha avuto il “lusso” dell’accoglienza riservata agli sfortunati occupanti dell’Aquarius. Più di una quarantina di persone risultano disperse in acqua. A nessuno dei migranti arrivati in Andalusia è stata offerta la possibilità di chiedere asilo e probabilmente li aspetta un ordine di espulsione. Cosa che potrebbe accadere tra un mese e mezzo anche ai migranti arrivati a Valencia. La pressione sul governo Sánchez si fa sempre maggiore per passare dai bei gesti a fatti più concreti. Probabilmente si capirà meglio che direzione prenderà il nuovo governo dopo la riunione del Consiglio europeo il 28 di questo mese.