«Sono qui per testimoniare il mio sostegno e quello del governo». O meglio: «So che in una parte del governo non c’è la stessa sensibilità ma l’Italia non tornerà indietro, non si perderanno i diritti conquistati». Il sottosegretario alle pari opportunità, il 5S Vincenzo Spadafora, lo assicura partecipando al Pompei Pride, dove sfilano circa 3mila persone. Striscione di apertura: «R-esistiamo per tutte, per tutti». Che nel governo non ci sia «la stessa sensibilità» lo hanno del resto subito messo in chiaro i leghisti. Prima il ministro della famiglia Lorenzo Fontana sentenziando: «Le famiglie arcobaleno secondo la legge non esistono». Poi lo stesso Salvini. Invece Spadafora prosegue: «Nel contratto di governo non ci sono questioni riguardanti il mondo Lgbt, ma convocherò prestissimo le associazioni per avviare un percorso di ascolto e confronto. Nei prossimi giorni parlerò con Fontana. Sono sicuro che non ci siano pregiudizi». E a proposito della sua presenza al Pride, «nessuno mi ha chiesto di non esserci».

Indignato Giovanardi, trasecola il forzista Malan e la sorella d’Italia Giorgia Meloni chiede al governo di inserire in costituzione «il diritto di un bambino ad avere un padre e una madre». Li tranquillizza Fontana in persona: «Spadafora parla a titolo personale e non a nome del governo, né tantomeno della Lega».

Pride anche a Milano, dove hanno sfilato circa 250 mila persone e il sindaco Beppe Sala, mostrando dal palco un braccialetto arcobaleno, ha detto: «Questi colori, i vostri colori, sono i colori di Milano. Popolo del Pride, Milano è casa vostra».