Il governatore delle Marche, Gian Mario Spacca, eletto per due volte con il centrosinistra, si ricandida contro il centrosinistra. «Sono stato iscritto al Pd per tre anni, ma vengo dalla Margherita, sono stato eletto con una lista civica e come presidente sono espressione di una coalizione, non del Pd», taglia corto di fronte alle proteste dei dem. Dunque si candiderà con il suo partito, Marche 2020, e il sostegno di Area popolare (Ncd più Udc), già ufficializzato da Gaetano Quagliariello e Lorenzo Cesa (anche se una parte dell’Udc marchiagiana vorrebbe confermare l’alleanza con il Pd a sostegno di Luca Ceriscioli, vincitore delle primarie). E pure il coordinatore regionale di Forza Italia, Remigio Ceroni, si dice pronto a un «accordo subito». Dopo l’annuncio di Spacca, il segretario regionale dei dem, Francesco Comi, tuona: «Vergogna. Da sinistra a destra, da Prodi a Berlusconi, senza alcun pudore. Questo è tradimento. Come può oggi Spacca pensare di continuare a governare con il centrosinistra e di candidarsi con le forze che sono alla nostra opposizione? Coerenza vorrebbe che si dimettesse subito. Abbia il coraggio di farlo». E anche il capogruppo regionale del Pd, Mirco Ricci, lo invita a «trarre le conseguenze», mentre Ceriscioli paragona Spacca e il presidente del consiglio regionale Vittoriano Solazzi, fondatore con il governatore di Marche 2020, a «Razzi e Scilipoti». Comunque Spacca a dare le dimissioni non ci pensa, tanto «la legislatura è finita» e se sarà sfiducia «si vedrà in Consiglio regionale», ribatte.