«Adesso possiamo dire a tutti gli effetti che una piccola società ha abbattuto il dominio monopolistico ultracentenario della SIAE nella raccolta dei diritti d’autore. Da oggi anche società private come Soundreef possono operare in piena legalità e, si spera, a pari condizioni sul mercato italiano». Lo ha affermato ieri Davide D’Atri, fondatore di Soundreef, la società per la raccolta dei diritti d’autore nata in Inghilterra nel 2011 e alla quale oggi sono iscritti 11.000 artisti italiani, tra i quali Fedez (il primo a imbarcarsi nel progetto), J-Ax, Enrico Ruggeri e i 99 Posse.

Il motivo  che porta D’Atri a «cantare vittoria» è che la riscossione del copyright è stata affidata a una neonata società no profit, Lea (Liberi editori autori) in ottemperanza con la legge italiana – da noi infatti il mercato dei diritti d’autore è stato solo parzialmente liberalizzato. «Non abbiamo mai smesso di combattere per far valere i nostri diritti e dare una nuova prospettiva al mercato della musica e alla fine le nostre fatiche sono state premiate», ha detto D’Atri.

La Siae ha però subito accusato Soundreef di smaccato conflitto d’interessi: «La gestione collettiva del diritto d’autore è un argomento serio frutto di battaglie condotte per anni dagli autori ed editori per una loro sempre maggiore tutela. Non si è mai vista un’organizzazione di autori ed editori “telecomandata” da una società a scopo di lucro, che non rispetta la trasparenza, i controlli e gli obblighi imposti dalla legge». E ancora: «La tutela del diritto d’autore non è una attività che si improvvisa con una associazione no profit creata ad hoc, in evidente conflitto di interessi (di cui Soundreef è cliente e fornitore) e presieduta da un consigliere di amministrazione di Soundreef stessa».