E’ finita con una doccia fredda la serata musicale programmata alla Casa della Pace nella notte tra venerdì e sabato. Un centinaio di poliziotti, carabinieri e vigili urbani si è presentato nei locali di via Monte Testaccio, 22, a Roma, per annunciarne il sequestro. E ha posto i sigilli al circolo sportivo culturale. Sospesi quindi tutti i corsi, gli incontri, il cineforum, le presentazioni di libri e le iniziative di solidarietà ospitate in questi anni. In molti, nel quartiere e non solo, ci resteranno male: a partire dalla quarantina di ragazzi e anziani con problemi mentali, legati al centro diurno della Asl Rme che da tre anni, grazie ai corsi di teatro, portava avanti il proprio percorso terapeutico.

Ne risentirà anche il bacino romano della solidarietà. Nei giorni scorsi, nel corso di una iniziativa, la Casa della Pace aveva raccolto 1.000 euro da destinare ai migranti del Centro Baobab. Il grande centro culturale Baobab di via Cupa, vicino alla stazione Tiburtina, ha accolto oltre 26.000 migranti in transito, ed è diventato un simbolo della Roma solidale. E da via Cupa è partita la “Marcia delle donne e degli uomini scalzi” promossa a Venezia. Con i sigilli alla Casa della Pace, viene mancare un’attività apprezzata da trent’anni, i cui prodromi ricordano il movimento per la Pace e contro i missili a Comiso dell’ultimo Novecento.

«Non è la prima volta che cercano di farci chiudere con i più diversi pretesti, anche se siamo in regola con tutte le autorizzazioni – dice al manifesto Roberto, uno dei soci – Questa volta è arrivata una task force guidata dalla polizia di Roma capitale, inviata dal Primo Municipio. Oltre ai carabinieri, ai vigili, ai Nas e a funzionari dell’Inps, ce n’era anche uno della Siae: lo stesso a cui pochi giorni prima avevamo corrisposto i diritti per le due serate musicali che facciamo ogni settimana. La principale motivazione del sequestro riguarda proprio le serate musicali».

Secondo l’ordinanza, durante le serate verrebbe consentito l’accesso anche ai non-soci, e il circolo si trasformerebbe in un locale da consumo. «Ma questo è falso – dice Francesca, presidente dell’associazione culturale – conserviamo un database di tutti gli iscritti, anche se dimenticano a casa la tessera possiamo così verificare. Le persone che erano nel locale e che sono state controllate, erano registrate nel computer del circolo. Nel corso di tutti questi anni, ogni volta le accuse nei nostri confronti si sono rivelate prive di fondamento. Però adesso, con il giro di vite nei confronti di tutti gli spazi occupati, vien da chiedersi se dietro non vi siano interessi oscuri che premono per agguantare un’area così appetibile come quella del Mattatoio».

Nel frattempo, il circolo sportivo culturale ha diffuso un comunicato per invitare alla solidarietà nei confronti di «una realtà non asservita ai poteri mafiosi della nostra città». «Siamo di fronte a una persecuzione – scrive la Casa della Pace –. E’ la seconda volta in poco più di un anno che avviene questo grave atto contro un centro di iniziativa culturale attivo nella nostra città da oltre 30 anni. Basta visitare il sito per rendersi conto di come il nostro Circolo sia frequentato e visitato da migliaia di iscritti a cui vengono proposte molteplici iniziative. Difendiamo la possibilità di esprimere una cultura critica e alternativa al conformismo».

Oggi alle 12, dai locali sotto sigillo partirà una manifestazione per le vie del quartiere, accompagnata da gruppi musicali. E domani, alle 12,30 si svolgerà una conferenza stampa con la presenza dell’avvocato Claudio Giangiacomo. «Ma nei circa 10 giorni che passeranno dopo la presentazione del nostro ricorso – aggiunge Francesca -, ci stanno venendo un mucchio di altre idee per continuare a far vivere la mobilitazione».