Noi, firmatari di questa lettera, esprimiamo il nostro pieno sostegno, alle legittime richieste e all’indignazione giustificata dei cittadini della Bosnia – Erzegovina. Il loro grido per una vita dignitosa, per la vera democrazia, per la solidarietà che non conosce confini – siano etnici, nazionali o religiosi – per la giustizia e l’equità sociale, risuona in tutto il mondo. In modo simile ai cittadini di Tahrir, Zuccotti Park, Taksim o Syntagma, le proteste bosniache hanno dimostrato il coraggio che consiste nel superare ogni ostacolo istituzionale che i governi di tutto il mondo impongono ai propri cittadini e sono stati in grado di reclamare le loro strade e le loro piazze. Il popolo della Bosnia – Erzegovina si è ribellato al sistema di sfruttamento, all’ingiustizia e alla disuguaglianza di cui ha giovato esclusivamente una minuscola élite politica, economica e finanziaria.

Cento anni dopo l’assassinio di Francesco Ferdinando, quando i leader europei imperialisti hanno spinto le loro nazioni verso una distruzione reciproca, la Bosnia sta inviando un campanello d’allarme per tutti. Il mondo in cui viviamo è fatto di divisioni, di fascismi, di apartheid politico e sociale che cresce sempre di più, in cui il capitalismo distrugge inesorabilmente ciò che potremmo avere come ricchezza e bene comune.

I cittadini della Bosnia – Erzegovina hanno sperimentato tutto questo, tutti i giorni, negli ultimi vent’anni. Dopo la guerra nazionalista tra il 1992 e il 1995, in cui 100.000 persone hanno perso la vita, l’accordo di pace istituzionale ha ripristinato il sistema capitalista, finendo per distruggere le classi lavoratrici e quelle medie, creando divisioni non solo etniche ma anche sociali, che sono state sfruttate con successo dalle élite politiche.

I cittadini in Bosnia Erzegovina hanno detto «basta» e noi diciamo «basta» con loro. Esprimiamo il nostro sostegno ai loro sforzi legittimi per creare una società giusta ed egualitaria in Bosnia – Erzegovina. Facciamo appello a tutte le forze politiche e sociali progressiste di schierarsi con il popolo bosniaco in questa decisiva battaglia per un futuro migliore.

Firmatari:

Tariq Ali (scrittore e attivista, Regno unito), Gil Anidjar (studioso, University of Columbia Usa), Vladimir Arsenijevic (scrittore, Serbia), Etienne Balibar (professore emerito, University Paris Ouest, Francia), Franco Berardi Bifo (filosofo, Italia), Alida Bremer (scrittrice, Germania), Wendy Brown (teorico politico, Usa), Boris Buden (Univeristy of Weimar, Germania), Noam Chomsky (linguista e attivista, Usa), Goran Fejic (scrittore, Francia), Karl-Markus Gauss (scrittore, Austria), Costas Douzinas (filosofo, University of London, Regno unito), Daša Drndic (scrittore, Croazia), Michael Hardt (filosofo, Duke University, Usa), David Harvey, geografo, Usa), Aleksandar Hemon (scrittore, Usa), Srecko Horvat (filosofo, Croazia), Saša Ilic (scrittore, Serbia), Rada Ivekovic (filosofo, Francia), Mate Kapovic (linguista, University of Zagreb, Croazia), Naomi Klein, scrittrice e attivista, Usa), Maurizio Lazzarato, (filosofo, Francia), Christian Marazzi, (economista, Svizzera), Antonio Negri, (filosofo, Italia), Andrej Nikolaidis (scrittore, Bosnia -Erzegovina/ Montenegro), Nigel Osborne, (professore emerito, University of Edinburgh, Scozia), Costas Lapavitsas (economista, Regno Unito), Renata Salecl (filosofo, Slovenia), Elke Schmitter (scrittore, Germania), Ingo Schulze (scrittore, Germania), Igor Štiks (University of Edinburgh, Bosnia and Erzegovina/Scozia), Eric Toussaint (economista, Belgio), Yanis Varoufakis (economista, Usa), Jasmila Zbanic (regista, Bosnia-Erzegovina), Slavoj Zizek (filosofo, Slovenia)