«Certo siamo solo all’inizio, ma sicuramente è stato un buon inizio». Il giorno dopo il voto Federico Martelloni è soddisfatto, e parla dell’esperienza di Coalizione civica come di qualcosa che deve ancora dare i suoi veri frutti. E che comunque è già riuscita nella classica quadratura del cerchio: mettere assieme tutte le anime di quella sinistra cittadina che è alternativa al Partito democratico, amalgamarle e dare vita ad una formazione capace di convincere 12 mila bolognesi, il 7% dei voti che in consiglio comunale si traduce in due consiglieri eletti. Un risultato significativo per Coalizione civica, che si è dovuta scontrare con sondaggi che la davano stabilmente sotto al 5%. Invece le cose sono andate meglio del previsto. «Il nostro risultato – spiega Martelloni – attesta l’esistenza di un vero laboratorio politico cittadino. Lo avevamo detto nelle scorse settimane, ma era solo un’ipotesi tutta da provare. Ora è realtà, abbiamo azzeccato un processo realmente partecipato, democratico e capace di oltrepassare i confini dei vari gruppi organizzati. Coalizione civica è l’inizio di una sinistra nuova, che si costruisce a partire dalla città senza bisogno di nominarsi, che ha un orientamento chiaro su tutte le questioni del nostro tempo, su scuola pubblica e beni comuni, sul lavoro e sulle esperienze di cittadinanza attiva».

Che fare di questi 12 mila voti?
Lo ripeto, per noi è solo l’inizio. Vediamo uno smottamento di quell’enorme blocco di potere che è rappresentato dal Pd. La flessione dei democratici è un dato inquietante, e questo ci dà un compito importante: riportare i bolognesi alla partecipazione. Abbiamo iniziato a battere quella strada in campagna elettorale, ma recuperare l’astensione monstre che c’è in città non è cosa che si può fare in pochi mesi di campagna elettorale rock. Quell’astensione è figlia dei numerosi tradimenti del Pd, dal referendum sull’acqua alla consultazione cittadina per togliere i fondi pubblici alle scuole private paritarie.

Si poteva fare di più? L’obiettivo era un risultato in doppia cifra.
C’è stato poco tempo e la campagna elettorale è stata frenetica. Ma non posso non constatare il nostro radicamento nei quartieri. Ad esempio al Santo Stefano, dove storicamente la destra è fortissima e dove questa volta è stata battuta. Nel quartiere c’è Làbas, un’occupazione che in città sta raccontando una storia nuova. Ma dirò di più: le preferenze non sono andate alle persone, ma a grandi battaglie politiche: quelle per il riconoscimento delle differenze e dei diritti, quelle per gli spazi, quella contro lo sgombero di Atlantide. E abbiamo anche intercettato il voto dei giovani, altrimenti non si spiegherebbero le oltre mille preferenze di Emily Clancy, che siederà con me in Comune.

Il Pd andrà al ballottaggio con la Lega Nord. Che farà Coalizione civica?
Tra noi e la Lega c’è una distanza siderale, ma il voto al partito della nazione di Renzi non è scontato, anzi. Quello che è certo è che saremo all’opposizione della prossima giunta, e dopo la nostra campagna rock saranno gli altri a dovere ballare. Diano loro dei segnali. Ad esempio sulla mobilità: quella colata di cemento che è il Passante nord va bene così o c’è qualcosa da correggere? E sul tema della scuola pubblica il Pd vuole applicare il referendum cittadino che ha ignorato nel 2013? E ancora: sul diritto alla casa i democratici vogliono o no provare a fare finalmente un lavoro di qualità? Penso però che Bologna abbia gli anticorpi per rigettare una destra populista e leghista, e per questo non credo che daremo un’indicazione di voto.

Cosa c’è nel futuro di Coalizione civica al di là di due consiglieri comunali?
Dobbiamo strutturarci e creare un ponte fisico tra i nostri elettori, gli eletti, e i tanti candidati che hanno espresso competenze irrinunciabili: penso ad esempio ai temi dell’urbanistica, della sicurezza e della scuola. Ma tutte queste cose le decideremo assieme. A breve ci sarà un consiglio direttivo allargato a tutti i nostri candidati, poi una grande assemblea aperta agli elettori di coalizione civica. Coalizione civica è qui per restare.