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Sostegni bis, 40 miliardi in gran parte alle imprese

Sostegni bis, 40 miliardi in gran parte alle impreseUna addetta in una fabbrica che produce mascherine – Foto LaPresse

Governo Draghi In consiglio dei ministri al più tardi giovedì. I rimborsi rispetto al calo di fatturato su cinque fasce dal 60 al 20% ma si allargano i criteri calcolo. Non passa la linea della Lega sui costi fissi. Ma Salvini si consola: no alla plastic tax

Pubblicato più di 3 anni faEdizione del 4 maggio 2021

Il secondo decreto Sostegni sarà varato giovedì, al più tardi venerdì. La bozza del Sostegni bis, declinata in 48 articoli, è pronta ma di qui alla riunione del consiglio dei ministri qualche particolare potrebbe cambiare. Stanzia in aiuti vari alle categorie e alle persone colpite dalla crisi conseguente alla pandemia 40 miliardi e la voce più corposa è ancora quella relativa ai ristori destinati a imprese e partite Iva. Il criterio sul quale valutare il rimborso resta il calo di fatturato: non sono cioè state accolte le richieste che invocavano l’introduzione di criteri diversi, come le spese sostenute. Identica anche la ripartizione in 5 fasce: imprese e partite Iva con fatturato fino a 100 mila euro prenderanno il 60% di rimborso fino alla fascia più alta, tra i 5 e i 10 milioni, con il 20% rimborsato. Cambia però il criterio per misurare il calo di fatturato: a quello già presente nel primo Sostegni, basato sul calo del 2020 rispetto a quello del 2019 valutato nella media del mese per mese, si affianca, a scelta, il calo nel periodo 1 aprile 2020-31 marzo 2021 rispetto agli stessi mesi negli anni 2019-2020. L’opzione dovrebbe permettere di rientrare nella platea dei rimborsati, cioè di chi ha perso almeno il 30% di fatturato, a molte imprese altrimenti escluse.

COME PROMESSO DA DRAGHI, c’è l’intervento sulle spese fisse saltato nel primo decreto. Torna, fino a fine maggio, il credito d’imposta sugli affitti del 60% e sono prorogati sino alla stessa data gli sgravi sugli affitti del settore turistico. Sospesa anche la prima rata Imu per le imprese in difficoltà e la tassa sull’occupazione di suolo, misure che potrebbero in realtà essere già anticipate grazie agli emendamenti sul dl Sostegni attualmente in Commissione al Senato. Dovrebbe arrivare in aula il 5 maggio. Lo sgravio sulla Tari sarà invece a discrezione dei Comuni, che per questo disporranno di un fondo di 600 milioni mentre gli interventi sulle bollette sono annunciati ma non ancora quantificati.

NON SI CAPISCE ANCORA, invece, se ci sarà l’intervento di perequazione chiesto da più voci in Parlamento e necessario perché alcune imprese hanno preso sinora più del dovuto mentre altre sono rimaste a secco, pur avendo diritto ai rimborsi. Infine slitta di sei mesi, fino al primo gennaio 2022 l’introduzione della Plastic Tax, risultato che si accredita con tanto di mortaretti Salvini: «Grazie alla Lega (e al governo) si rinvia una tassa che metterebbe a rischio 30 mila posti di lavoro. Lavoriamo perché si cancelli definitivamente». Gli aiuti per contrastare la povertà, impennatasi con la pandemia, sono costituiti soprattutto dalla proroga di due mesi del Reddito d’emergenza. Il dl in discussione al Senato lo aveva portato sino a maggio, si allunga adesso fino a luglio. In più sono stanziati 500 milioni a disposizione dei comuni per aiuti alle famiglie bisognose, con buoni spesa e contributi agli affitti.

L’invio delle cartelle esattoriali, sin qui congelate, sarà prorogato ma solo fino al 31 maggio. Poi la riscossione riprenderà ma con la possibilità di una rateizzazione che potrà arrivare sino a 10 anni. Data la mole delle cartelle accumulatesi sarà comunque necessario scaglionare la trasmissione delle cartelle nell’arco di sei mesi. Lo smart working, svincolato nel primo Sostegni dall’obbligo di coinvolgere almeno il 50% dei dipendenti pubblici, verrà invece prorogato sino al 30 settembre in quello privato. Le start-up considerate più innovative godranno di uno sgravio fiscale temporaneo, fino al 2025, e per i giovani sotto i 36 anni sono inserite facilitazione suli mutui per la prima casa.

SUL FRONTE SANITARIO è previsto il finanziamento di un sistema di monitoraggio dei pazienti ricoverati per Covid con l’esenzione per due anni dal ticket e uno stanziamento per i vaccini e per il confezionamento degli anticorpi monoclonali, ma molto ridotto rispetto a quello del primo dl. Un totale di 61 milioni andrà infine alle società sportive come rimborso per i test anti Covid.
Ma il fronte politicamente più caldo è quello del primo decreto. Il senatore 5S De Nicola ripropone infatti il suo emendamento contro il condono fiscale delle cartelle sotto i 5 mila euro e potrebbe seguirlo una parte non indifferente della maggioranza.

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