Toccherà aspettare fino a domani per conoscere ufficialmente i nomi dei politici che hanno chiesto il bonus da 600 euro. Ma due sono già stati sospesi dalla Lega.

Sarà direttamente il presidente dell’Inps Pasquale Tridico a svelarli tutti in parlamento, audito dalla commissione Lavoro alla Camera a partire dalle ore 12. Dopo il via libera del Garante della Privacy, il presidente della Camera Roberto Fico ha cercato il modo migliore e più istituzionale possibile per rendere pubblici i nomi da giorni al centro delle polemiche politiche.

DUE PERÒ – SUI CINQUE che pare abbiano fatto domanda – sono certi. Sulla graticola da giorni, ieri la Lega ha deciso la «sospensione» per il deputato mantovano Andrea Dara e la piacentina Elena Murelli. «Dopo aver ascoltato e verificato le rispettive posizioni, si conferma il provvedimento della sospensione», rende noto il capogruppo Riccardo Molinari. «Pur non avendo violato alcuna legge – dice Molinari – è inopportuno che parlamentari abbiano aderito al bonus». L’evidente imbarazzo del partito di Salvini è attutito da un’accusa assai zoppicante: «È comunque incredibile che i vertici dell’Inps non abbiamo versato ai lavoratori che aspettano da marzo quanto dovuto e che abbiano invece versato a chi non era in difficoltà».

L’ATTACCO È NATURALMENTE verso Tridico, presidente nominato anche dalla Lega durante il governo gialloverde, nonostante un irrisolto tira e molla sulla funzione di vice o direttore generale.

Lo stesso Tridico – in silenzio dal giorno dell’anticipazione pubblicata da Repubblica – venerdì darà la sua interpretazione della vicenda, avvolta dai sospetti di uso politico della notizia per sparare ulteriormente sulla «casta dei parlamentari» alla vigilia del referendum costituzionale che ne punta a confermare il taglio di un terzo.

Ieri poi il neo Garante per la Privacy Pasquale Stanzione – eletto da poche settimane – ha annunciato l’apertura di una istruttoria sulla vicenda e inviato «una richiesta di informazioni all’Inps» «sulla metodologia seguita dall’Istituto rispetto al trattamento dei dati dei beneficiari e alle notizie al riguardo diffuse». Più nello specifico, «il Garante chiede di conoscere quale sia la base giuridica del trattamento effettuato sui dati personali dei soggetti interessati; l’origine e i tipi di dati personali trattati, riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale; le modalità con cui è stato effettuato il trattamento, con specifico riguardo all’operazione di “raffronto” dei dati personali dei soggetti richiedenti o beneficiari del bonus, con quelli riferiti alla carica di parlamentare e amministratore locale e regionale; l’ambito del trattamento ed eventuali comunicazioni a terzi di tali dati». Insomma, una messa sotto accusa totale del sistema di gestione dei dati da parte dell’Inps.

NONOSTANTE NON CI SIANO state risposte ufficiali, dall’Istituto in questi giorni è stato spiegato che il controllo è stato effettuato dal responsabile dell’unità antifrode Antonello Crudo. Si tratta di un dirigente esperto, passato sotto tutte le ultime gestioni, cambiando spesso mansione: è stato spostato dall’amministrazione finanziaria – dove lo piazzò Boeri – all’antifrode direttamente da Tridico a fine 2019. Si tratta di un ruolo delicato che riferisce direttamente al presidente. Per questo motivo molti pensano che sia stato Tridico direttamente a svelare i nomi, ma l’attuale presidente smentisce e promette querela a chi lo sostiene.

All’Inps comunque è già stato deciso un audit interno che indagherà sulle procedure di espletamento dei controlli.

In realtà più passano i giorni e più è chiaro che i nomi sono conosciuti da un numero molto ampio di persone. Lo conferma il fatto che quasi tutti i gruppi parlamentari abbiano fatto intendere di esserne in possesso o di poter smentire la presenza o meno di loro deputati o senatori. I dati patrimoniali infatti sono condivisi da Inps e Agenzia delle Entrate e la smentita di Italia Viva di avere tra le sue fila un richiedente bonus potrebbe arrivare direttamente dal rientrante direttore Ruffini, molto vicino a Renzi.