Dopo il bagno di sangue lavorativo degli addetti Alitalia sacrificati all’accordo con Etihad, ora tocca a un migliaio di colleghi di Meridiana. Sempre sull’altare di una joint venture, questa volta con Qatar Airways. “Mancano veramente pochi giorni alla scadenza della cassa integrazione, ma le eccedenze dichiarate dall’azienda sono le stesse dall’inizio del confronto, e non c’è un vero piano industriale di sviluppo che possa prevederne il reinserimento in futuro”. Le parole del segretario nazionale della Fit Cisl, Emiliano Fiorentino, nelle pieghe di un incontro non-stop al Mise fra azienda e sindacati, non fanno presagire niente di buono. E lasciano sospetti in quantità anche sulla mancata volontà politica del governo Renzi di intervenire, per salvaguardare gli anelli più deboli del trasporto aereo: gli assistenti di volo e il personale di terra.
“Si tratta di un autentico dramma per l’occupazione, che si potrebbe ancora evitare se la compagnia dell’Aga Khan accettasse di discutere con governo e rappresentanti dei lavoratori piani alternativi e contratti di solidarietà”. Lo sottolineano Curzio Maltese della Sinistra europea (Altra Europa) e Sergio Cofferati dei Socialisti e democratici. “I licenziamenti di massa sono presentati come un effetto collaterale dell’accordo fra Meridiana e Qatar Airways – osservano gli europarlamentari – un’alleanza necessaria per la sopravvivenza della compagnia. Ma in realtà l’azienda vuole scaricare sui soli lavoratori i tanti errori di gestione da parte dei vertici, e una strategia economica fondata sul dumping interno all’azienda. E’ una storia dove si mischiano cattive pratiche industriali, in contrasto con le norme europee, colpevoli assenze delle istituzioni, e spreco di danaro pubblico”.
A riprova, Maltese e Cofferati denunciano come il caso nasca addirittura nel 2011, quando Meridiana acquista il 100% della low cost Air Italy, e da allora gravi le perdite sulla vecchia compagnia, trasferendo le rotte più redditizie sulla nuova. Ne consegue un enorme esubero di personale, che in gran parte la proprietà accolla ai contribuenti con la cig. Mentre in parallelo offre la riassunzione in Air Italy, naturalmente con stipendi e tutele molto inferiori. Tanto da prefigurare un vero e proprio dumping “intraziendale”.
Il resto è storia di ieri: pochi mesi fa Meridiana firma un pre-accordo con Qatar Airways, con la prima che garantisce a Qatar di subentrare in una compagnia epurata di lavoratori qualificati, ma più anziani e costosi. “Un accordo da colonia industriale – ben fotografano i due europarlamentari – che garantisce tutti i vantaggi alla proprietà straniera, e comporta la tragedia occupazionale di quasi mille licenziamenti”. Concentrati a Olbia, Cagliari, Milano e Verona, dove Meridiana ha i suoi hub.
Nelle pieghe della vertenza oggi il sindacato di base Usb sciopera per l’intera giornata. Mentre sui tavoli della Commissione europea c’è una interrogazione, firmata da Maltese e Cofferati, per sapere se l’originaria acquisizione di Air Italy da parte di MeridianaFly abbia rispettato le tutele per i lavoratori previste dalle direttive europee (2001/23/CE); se l’eventuale violazione delle norme non comporti l’annullamento dei licenziamenti collettivi; e quali misure intenda intraprendere la Commissione contro la pratica di un evidente dumping intraziendale. “L’eventuale accordo con queste condizioni capestro – chiosano i due eurodeputati – rappresenterebbe una capitolazione sul fronte del diritto al lavoro”.