Renato Soru è il nuovo segretario del Pd sardo. L’ex presidente della Regione Sardegna (dal 2004 al 2009) ha vinto le primarie che si sono tenute l’altro ieri con il 51,2% delle preferenze. Contro di lui correvano Ignazio Angioni, che si è fermato al 36,7%, e Thomas Castangia, che non ha superato il 12,1%. Alle urne sono andati 39.690 elettori (gli iscritti al Pd nell’isola sono 16.827).

Soru era sostenuto da un correntone che fa capo a due dei leader più influenti del Pd sardo, Antonello Cabras, già presidente della Regione e oggi presidente della Fondazione del Banco di Sardegna, e Paolo Fadda. Il primo, ex bersaniano passato al campo di Renzi durante le primarie nazionali Pd del 2013; il secondo ex dirigente Dc e poi della Margherita, anche lui oggi sostenitore nel Pd della svolta renziana. Angioni era invece appoggiato dai bersaniani di Siro Marrocu e da Francesca Barracciu, che ha rotto con il gruppo di Cabras quando la candidatura dell’attuale sottosegretaria ai Beni culturali come leader della coalizione di centro sinistra alle elezioni regionali dello scorso febbraio (candidatura sancita da una vittoria di Barracciu sempre alle primarie) è stata accantonata dal Pd. La scelta del popolo dei gazebo era stata messa in discussione quando Barracciu era entrata tra gli indagati di un’inchiesta della procura di Cagliari su un presunto uso improprio dei fondi destinati al finanziamento dei gruppi in consiglio regionale (inchiesta tuttora aperta). In quell’occasione Cabras e i suoi si erano schierati per un candidato alternativo, Francesco Pigliaru, che poi ha vinto le elezioni battendo il leader della destra, il governatore uscente Ugo Cappellacci. Con Castangia erano schierati anche gli ex popolari di Tore Ladu e un’area minoritaria dello schieramento renziano (quella che fa capo al consigliere regionale Gavino Manca) che non è confluita nel gruppone pro-Renzi guidato da Cabras e da Fadda. Thomas Castangia, infine, aveva dietro di sé l’area civatiana, che, con il suo 12,1%, ha mostrato di avere nell’isola un non trascurabile radicamento.

Per Soru ora il compito è soprattutto quello di tenere insieme un Pd attraversato in Sardegna da profonde spaccature, come dimostra il fatto che nelle settimane scorse i risultati di alcuni congressi provinciali sono stati annullati dopo violentissime polemiche tra le correnti e contestazioni formali a colpi di statuto. «Voglio essere – ha detto Soru dopo la vittoria in un’intervista alla Nuova Sardegna – un catalizzatore di energie. Abbiamo il dovere di ascoltare chi tutti i giorni ha problemi reali e non ha più fiducia nella politica». Altro problema sarà il rapporto con la giunta Pigliaru. «Con il governatore – ha detto Soru – avremo un rapporto di confronto. Sarà un interlocutore importante. Ma devono esserlo tutte le componenti della società. E al primo posto metto i sindacati».