Come una scossa. La città di Torino si è risvegliata stordita, ancora incapace di analizzare pienamente l’esito di una votazione che ha riportato, dopo 15 anni, il ballottaggio sotto la Mole.

Chiara Appendino, M5s, e Piero Fassino, Pd, si sfideranno fino all’ultimo voto. Il secondo turno veniva quasi dato per certo ma non con un’indeterminatezza tale e non così rischioso per il sindaco uscente che domenica ha ottenuto il 41,8% perdendo, però, 95mila voti rispetto al 2011 (erano 255mila 5 anni fa sono 160 oggi).

Appendino, 31 anni già consigliera nella passata tornata, ha conquistato il 30,8%, ma il suo «appeal» è in crescita avendo fatto breccia soprattutto nelle periferie, le aree che più si sono sentite emarginate nella lunga trasformazione della metropoli sabauda. Alle Vallette, estremo nord-ovest della città, quartiere operaio dove hanno sede il carcere e lo stadio della Juventus, la pentastellata ha fatto il pieno dei voti superando lo sfidante Fassino: 36,1% contro il 34,5%. L’ultimo segretario dei Ds è stato invece maggiormente apprezzato nei quartieri del centro: a Crocetta e centro storico ha incassato il 50,1%.

3,7% per l’ex leader Fiom

Disfatta invece per la sinistra che con «Torino in Comune» capeggiata da Giorgio Airaudo ha racimolato il 3,7%, ben al di sotto delle aspettative che confidavano in un 7%. Doveva essere il voto «utile per combattere le disuguaglianze», appello che evidentemente non è stato raccolto seppur l’ex leader della Fiom e deputato di Sinistra Italiana sia riuscito a riunire i pezzi sparsi della sinistra cittadina, da Sel a Rifondazione a movimenti e liste civiche.

Non è bastato, la «città fragile» non si è probabilmente riconosciuta nel progetto. Airaudo parlerà questo pomeriggio in conferenza stampa («Riuniremo i nostri candidati e faremo una valutazione del voto») e scioglierà il nodo del ballottaggio. Tra le preferenze spicca il risultato di Eleonora Artesio, ex assessore regionale alla Sanità, che doveva essere la vice di Airaudo e che ha raccolto 1.420 voti e quello di Massimo Lapolla con 1.035 voti.

Il M5s è il primo partito della città con il 30% e supera di poco il Pd fermo al 29,7% in uno dei feudi del centrosinistra italiano. Ma se si valutano tutti gli aventi diritto il primo partito è quello dell’astensione lievitata di 9 punti: l’affluenza è passata dal 66,5% al 57,1%, ben sotto la media nazionale. Un dato su cui riflettere.

Undici punti di differenza

Undici punti dividono Fassino da Appendino, ma il candidato dem, nonostante parli di risultante «confortante», non si sente con la vittoria in tasca. Il volto scuro della scorsa notte lo testimonia, ieri mattina – abbandonato l’understatement che aveva caratterizzato una noiosa campagna elettorale – si è presentato agguerrito: «Mi rivolgerò a tutti i cittadini torinesi perché, come è noto, il ballottaggio è un voto diverso. C’è un’ampia fetta di elettorato che è libera. Mi rivolgerò sia a tutti quelli che mi hanno già votato per chiedere di riconfermare la loro scelta, sia a tutti gli altri e a quelli del M5s. Un conto è votare per i Cinquestelle al primo turno e un conto è votare quando si deve scegliere sindaco».

Fassino ha sminuito la proposta del M5s e attaccato la sinistra: «Mi pare che Giorgio Airaudo abbia raccolto un bottino assolutamente minimo. Io avevo chiesto di andare uniti al voto, invece…».

Chiara Appendino brinda all’esito del primo turno: «Nella roccaforte del Pd, questo è un risultato straordinario. Credo che il gap con Fassino sia colmabile: è emersa la voglia di una forza propulsiva nuova e noi siamo questa forza».

Capitolo apparentamenti

Resta aperto il capitolo apparentamenti con i due sfidanti, che escludono in modo categorico lo scambio di poltrone in cambio di voti.

I consensi raccolti dagli altri quindici candidati, oggi fuori dalla competizione, potrebbero fare la differenza. Al momento l’unico a sbilanciarsi è l’ex azzurro Roberto Rosso, che annuncia il suo appoggio (che potrebbe valere il 5%) a chi sposerà il suo programma per la sicurezza riassunto nello slogan «Una telecamera per ogni condominio».

Non danno indicazioni Osvaldo Napoli di Forza Italia e Alberto Morano di Lega e Fdi, che pesano rispettivamente il 5% e l’8%. Per ora nemmeno Airaudo si esprime. Insomma, la partita è aperta e la campagna elettorale potrebbe farsi davvero accesa nelle prossime due settimane.