Raila Odinga, leader del partito National Super Alliance, (NaSa) si è ritirato dalle elezioni presidenziali del 26 ottobre. Dopo un lungo dibattito, dopo che la Corte costituzionale aveva annullato le elezioni dell’8 agosto e la successiva riconvocazione prima il 17 ottobre e poi il 26, si è arrivati alla sua dichiarazione di ieri: «Non c’è intenzione da parte della commissione elettorale di garantire che le irregolarità e le illegalità non si ripetano più. Niente riforme, niente elezioni».

UNA SCELTA che suscita reazioni molto diverse: c’è chi sostiene, come Margareth Wambui sarta di Dandora, che «si è ritirato perché ha capito che avrebbe perso»; e chi pensa, come Boniface Otieno, community organizer di Saba Saba, che «la commissione non ha modificato il processo elettorale per cui non vale la pena partecipare». Il presidente Kenyatta ha fatto presente a Odinga che «se non si sente pronto a correre di nuovo per la presidenza, può anche ritirarsi».

LA SITUAZIONE APPARE INCERTA. Per Peter Warui, volontario di Korogocho, «Odinga sta scherzando con il Paese per i suoi motivi egoistici». Ma la realtà, spiega un osservatore di lungo corso che preferisce restare anonimo, è che «Odinga è certo di perdere anche se i voti li conta lui, perché kikuyu e kalenjin (i gruppi etnici che appoggiano Kenyatta, ndr) sono più numerosi. Poi sia alla Camera che al Senato il partito Jubilee di Kenyatta ha la maggioranza. Infine, recentemente importanti leader del NaSa sono passati con il Jubilee. In pratica non ha chance.

Nei giorni scorsi ci sono state molte proteste dei giovani dell’opposizione, ma si tratta di «scioperanti di professione» pagati 500 scellini al giorno (5 euro) per andare in piazza, sostiene l’imam Ahmadi Ramadhan. «La gente non lo segue – dice -. Noi gli abbiamo detto: “appoggiamo le proteste, non la violenza”. La risposta è stata: “allora siete con il Jubilee”».

SABATO ODINGA ERA PARTITO improvvisamente per un viaggio in Inghilterra e Stati uniti, in cerca di appoggi, che secondo molti non ha trovato perché le richieste dell’opposizione sono «irragionevoli».

Ritirandosi ora Raila Odinga coglie più piccioni con una sola mossa: evita una possibile brutta figura, può continuare a ripetere che aveva vinto le elezioni dell’8 agosto e giocare l’arma del rischio caos, per ottenere, come dieci anni fa, una coabitazione del potere. Ora il problema è: come si fa a votare con un solo candidato? Dalla quotidianità del Kenya si impara che ogni evento qui è Storia.
Intanto sulla costa, nei pressi di Mombasa, un commando di almeno dieci uomini armati ha fatto irruzione all’Università di Kwale, uccidendo due donne dipendenti dell’ateneo e ferendo diversi studenti.