Fuori dall’ordinario la carriera della cantante inglese, sia nel percorso insieme al compagno Ben Watt negli Everything but the Girl, band cult degli ’80, che nella sua carriera solista. Il suo quinto album – appena pubblicato – ancor più che nel passato fa incontrare la dimensione personale con quella politica. In una deliziosa confezione electro pop – la produzione è stata curata da Ewan Pearson, mette a punto nove tracce veri e propri «manifesti femministi» come ha anche ribadito in suo recente intervento su una rivista inglese, New Statesman. «Oggi le donne gridano ’siamo incazzate nere non ne possiamo più!’, e io non ho tempo per chiunque si metta in cattedra dicendo che ai suoi tempi era perfettamente capace di badare a se stessa». Queen – il primo singolo – è vibrante e coinvolgente e la voce scura e avvolgente di Tracey la esalta, ma il capolavoro sono gli oltre otto minuti di Sister, eseguita in coppia con Corinne Bailey Rae e il supporto della sezione ritmica delle Warpaint. «Non prendetevi gioco di me, non ferite i miei figli. Perché io sono madre ma anche sorella».