Si è vista soprassare a destra da Beppe Grillo sull’immigrazione, uno dei cavalli di battaglia che in passato hanno fatto la sua fortuna elettorale. Ovvio quindi che adesso la Lega schiumi rabbia contro il Movimento 5 stelle che dopo aver presentatao un emendamento che abolisce il reato di clandestinità, ieri è stato richiamato all’ordine del padre-padrone e dal socio Casaleggio. La rabbia leghista è sfociata oeri al Senato dove i senatori del carroccio hanno inscenato una protesta urlando e innalzando cartelli con la scritta: «Pensioni, no, clandestini sì», per contestare proprio il passaggio in commissione Giustizia dell’emendamento cancella reato di clandestinità. Razzisti ma non ingenui, i leghisti hanno subito preparato la contromossa che rischia adesso di spaccare ancora di più il M5S: un nuovo emendamento che reintroce i reato di clandestinità appena cancellato. Con una trappola messa a punto da Roberto Maroni per i parlamentari grillini: «La giravolta di Grillo dimostra tante cose – ha detto il leader del Carroccio -: adesso il Movimento 5 Stelle voti il nostro emendamento che ripristina il reato. Spero in un ravvedimento operoso di chi al Senato ha consentito questo blitz dannoso».