Caro Manifesto, la vicenda di Paola e Ciro ha toccato me in quanto donna trans e sento il bisogno di rivolgermi a tutte le famiglie con persone Lgbti. La famiglia dovrebbe accoglierti e proteggerti, e non guardarti con l’odio e la severità paternalista che relega i propri figli all’emarginazione, alla solitudine e in certi casi alla morte. Amate i vostri figli e i vostri fratelli e sorelle, al di là del loro orientamento sessuale e della loro identità di genere, difendeteli dalla morale cattolica, dal senso di colpa, dalla discriminazione, dalle botte e dalle offese causate da un’ignoranza ingiustificabile, che si ostina a non voler comprendere che la sessualità non è una scelta, così come non lo è il transitare del proprio corpo in un altro genere, per riappropriarsi della propria identità.

Purtroppo ancora oggi amare una persona al di là del sesso e del genere è causa di derisione, avversione e sangue.

A Paola e a Ciro, che la loro vicenda sia la bandiera in difesa di un sentimento che unisce chi si ama senza vergogna, di essere e di esistere. Voglio chiarire bene una cosa: Paola è stata intenzionalmente uccisa dal fratello perché aveva una relazione con un uomo; ma era un uomo transgender. Il fatto che Ciro sia una persona transgender non è un dato da omettere o semplificare, in nome di un finto e inopportuno politically correct espresso dalla stampa. Se Ciro fosse stato biologicamente un uomo il fratello e chi per lui non avrebbero avuto questa forma di accanimento discriminatorio violento, sfociato nell’omicidio della compagna, Paola.

Le persone transgender sono consapevoli della loro differenza di genere, perché dunque omettere una verità sulla loro identità reale? In quanto persone transgender subiamo violenza e discriminazione in molti aspetti del nostro quotidiano per la nostra identità non conforme alle aspettative sociali. Io, in quanto donna transgender, voglio essere fiera di quello che sono e non voglio avere né paura e né disagio nel dirlo, nascondendo chi ero. Diamo peso alle parole e, per favore, rispettate il percorso delle nostre storie.