Non è proprio il caso di scomodare metafore militari, ma Gian Piero Scanu, parlamentare del Pd e coordinatore della Commissione Difesa alla Camera, è sicuro di stravincere la sua battaglia. Contro gli F35, ma non solo. E forse anche contro una parte del suo partito. Sembra sereno.

Non per essere pessimisti, ma non è che l’unica cosa che rimarrà della visita di Obama sarà una bella flotta di nuovi aerei da guerra?

Assolutamente no. Credo che molti commentatori abbiano interpretato male il risultato di questa visita proprio relativamente agli F35. Il presidente Barack Obama ha posto la questione in maniera corretta, ha riconosciuto che anche la sua amministrazione sta tagliando le spese militari e ha riconosciuto che ogni stato può decidere autonomamente. Forse c’era qualcuno che sperava in un suo ordine imperioso, ma così non è stato. Sono felice due volte, il presidente degli Stati Uniti si è dimostrato affidabile e ha dato l’idea di non voler interferire.

A quali conclusioni è arrivata l’indagine sui sistemi d’arma condotta dalla Commissione Difesa della Camera che lei ha coordinato?

Lo scorso giugno, quando ci siamo posti il problema di dare una risposta seria e approfondita alla questione degli F35, il parlamento votò una mozione per sospendere qualunque tipo di contrattazione in vista dello svolgimento dell’indagine conoscitiva. Abbiamo redatto 400 pagine, abbiamo svolto decine di audizioni, è stato un lavoro meticoloso. In questi giorni, insieme ai miei colleghi, sto ultimando una relazione conclusiva su cui presto si dovrà esprimere il parlamento. Il fulcro di tutto questo lavoro è la modifica dell’articolo 4 della legge 244, si tratta di un cambiamento radicale: negli ultimi 40 anni i sistemi d’arma sono stati decisi unilateralmente dai governi, dagli stati maggiori e dai vertici dell’industria militare, mentre il parlamento non poteva decidere nulla. Oggi, invece, ogni decisione dovrà obbligatoriamente passare dal parlamento. La considero una battaglia cruciale per la democrazia.

Ma gli F35?

La Commissione ha messo in rilievo molti dubbi e molte criticità sulla funzionalità e sull’utilità di questo tipo di aereo da guerra e per questo chiederemo al parlamento di sospendere ogni tipo di contrattazione. Nella relazione non lo abbiamo esplicitato, ma si potrebbe aprire una discussione per puntare all’obiettivo di una sostanziale riduzione dell’acquisto. Si potrebbe passare dai 90 aerei previsti a 45.

Però il presidente Giorgio Napolitano ha proposto un cosiddetto libro bianco da “scrivere” entro il dicembre 2014 per approfondire nuovamente la questione degli F35. Non le sembra un tentativo di annullare le considerazioni espresse dalla Commissione Difesa?

Sono sicuro che il presidente Napolitano non voglia interagire su prerogative che sono materia esclusiva del parlamento. Qualunque libro bianco, qualunque siano le sue conclusioni, non potrà non tenere conto di quello che succederà tra pochi giorni nelle aule del parlamento italiano.

Sarà così ma non tutto il Pd sembra condividere il parere della Commissione Difesa sugli F35. Non è che siamo di fronte all’ennesimo scontro all’ultimo sangue destinato a spaccare il suo partito?

No, questa volta sono convinto che non succederà.

Eppure Matteo Speranza, capogruppo del Pd alla Camera, ha dichiarato che gli F35 non sono inutili. La pensa diversamente da lei e probabilmente non è il solo nella fila del Pd.

C’è il suo parere e c’è quello di molti altri. Ripeto: sono convinto che il gruppo parlamentare del Pd alla Camera appoggerà la nostra proposta.

C’è un altro parere importante che suona piuttosto stonato. Il ministro della difesa, Roberta Pinotti, proprio ieri ha detto ai militari di stare tranquilli perché il problema sono gli sprechi e non gli F35. Sembra una retromarcia rispetto agli impegni presi, o no?

Io mi preoccupo di far star tranquilli i cittadini italiani. I militari sono sicuramente una parte nobile e fondamentale di questo paese, ma io cerco di declinare la mia attività politica soprattutto a beneficio di tutto il popolo italiano, non di una parte sola. Sono convinto che stiamo combattendo una buona battaglia e che il mio partito resterà unito, e sono convinto che così farà anche il presidente del Consiglio Matteo Renzi.

Lei ha detto che si sarebbe dimesso dalla Camera qualora il suo partito avesse cambiato idea sugli F35.

Non l’ho mai detto. Ma comunque non si verificherà, non ho dubbi sul fatto che questa posizione nel Pd sia prevalente e quasi unanime. Diciamo che si tratta di un parto difficile e che le doglie sono un fatto naturale.