Povero Amadeus, quanto è incompreso. Non solo 29 parlamentari (donne) di tutti gli schieramenti gli hanno scritto chiedendogli di scusarsi per le infelici frasi dette durante la conferenza stampa di presentazione del festival di Sanremo70. Ora ci si mette pure Monica Bellucci che dà forfait dicendo: «Purtroppo per cause maggiori non potrò esserci». In fondo, che cosa ha fatto di male il conduttore della manifestazione canora più seguita d’Italia? Presentando le 11 donne che lo affiancheranno, ora ridotte a 10, le ha solo definite «bella, meravigliosa, bellissima, icona sexy, simpatica». Che male c’è se gli è venuto in mente solo due volte di usare «brava, bravissima, intelligente» mentre nei confronti dei maschi si è sperticato in lodi professionali e non ha mai accennato al loro aspetto? Che Davvero non aveva nessuna cattiva intenzione, tanto meno sessista, proprio lui che è sempre stato così gentile e ha sempre detto Buongiorno, Buonasera, Scusi e Permesso. E poi, ammettiamolo, le donne si invitano su quel palcoscenico se sono anche avvenenti, o fidanzate di qualcuno, e lo sanno tutti che i telespettatori guarderanno soprattutto il trucco, i capelli, i vestiti, la coscia, la scollatura.
Se poi sono anche brave, la gente se ne accorgerà, mica c’è bisogno di sottolinearlo a priori.

INSOMMA, uno non può mica sempre pensare alle parole che dice o al doppio senso che possono avere o a come le interpreteranno gli altri. Prendiamo il modo con cui Amadeus ha presentato Francesca Sofia Novello. In quanti prima sapevano che, oltre a essere modella e influencer, è pure la fidanzata di Valentino Rossi? Pochissimi, e proprio perché lei non ha mai approfittato di quel legame per farsi pubblicità, quindi si è fatta da sola. Amadeus ha solo semplificato il concetto dicendo che «Sa stare un passo indietro a un grande uomo». D’accordo, la frase è antiquata e infelice, ma dopo Ama ha aggiunto che forse poteva dire «Di lato». Dite che la pezza è peggio del buco? Ma come siete esigenti. Dite che sono proprio i fondamentali del pensiero a mancargli, al povero Amedeo? Ma che cosa pretendete da un presentatore della Rai? Che abbia studiato la storia del femminismo? Che abbia riflettuto sull’importanza delle parole e dei concetti? Che legga i trattati sul linguaggio della discriminazione? Ma dai, è lì solo per presentare delle canzoni e degli ospiti. Mica si possono ammorbare milioni di italiani con sofismi lingusitici. Mica si può pretendere che sia lui a dare un esempio.

OLTRE TUTTO, proprio in Rai, continua a impazzare uno come Bruno Vespa che pochi mesi fa aveva detto a un’ospite (Lucia Panigalli) sopravvissuta a un tentativo di omicidio da parte dell’ex compagno: «Signora, se avesse voluto, lui l’avrebbe uccisa. Lei è fortunata perché è sopravvissuta». Se lì dentro, con i soldi del canone pagato da tutti gli italiani, si tengono uno così, perché dovrebbero crocifiggere il povero Amedeo? Lui non ha fatto altro che seguire un’onda, una pratica consolidata, un modo di pensare che segue una tradizione.
La prova che Amedeo era nel giusto, poi, l’hanno data proprio le donne che erano accanto a lui perché nessuna, ma proprio nessuna, ha protestato o si è dissociata. Certo, non è facile sputare nel piatto dove si mangia e poi mica le ha offese. Le ha solo un po’ sminuite, poco poco, ma con tanti sorrisi e voce gentile. Siamo fiduciose che, se Ama studia un po’ la storia del patriarcato, al prossimo Sanremo non farà neanche una gaffe e presenterà Fiorello dicendo «Ha 60 anni ma non li dimostra».