Bionda,elegante, il viso delicato e quel fascino ineffabile di un’icona Seventies: così le immagini fuori dallo schermo raccontano Sondra Locke, ragazza del Tennessee dove era nata Sandra Louise Smith a Shelbyville, mancata a Los Angeles a 74 anni. Che avesse talento d’attrice si era capito subito, quando aveva vinto un talent per il ruolo di Mick Kelly in L’urlo del silenzio (The Heart is a Lonely Hunter, ’68), dal racconto di Carson McCullers, conquistando una nomination agli Oscar e ai Golden Globe. Sondra, poco più che ventenne, aveva avuto fino allora solo qualche esperienza di teatro, e il piglio della diretta nella radio cittadina; sarà l’inizio di una carriera.

Dopo molti film per il cinema e la tv (Cover Me Babe, Willard, A Reflection of Fear, The Second Coming of Suzanne,The F.B.I., Cannon, Barnaby Jones, Kung Fu, A Feast of Blood, Gondola) arriva l’incontro con Clint Eastwood, nel 1976, sul set di Il texano dagli occhi di ghiaccio. I due si innamorano, coppia glamour di bellissimi, con una complictà da cui nascono alcuni dei capolavori eastwoodiani. Sondra sa trasformarsi, toccare corde imprevedibili, cambiare il segno del suo controcampo maschile, giocare con ogni personaggio, molto di più cje «la compagna» come è stata definita.

PERCHÉ Locke determina quei film di Eastwood lasciando un’impronta personale: sia quando è Gus, la prostituta test chiave in un processo di mafia (L’uomo nel mirino, 1977), o Jennifer Spencer, l’artista vendicatrice che mette (di nuovo) in crisi Dirty Harry – Coraggio, fatti ammazzare (1983). E ancora Lili (Bronco Billy) con le sue sigarette che fugge per seguire quel cow boy da circo sotto il tendone nel mito del West.

NELL’89 i due si separano, rottura dolorosa con feroci battaglie legali. Sondra Locke nel frattempo è passata dietro alla macchina da presa, con Ratboy (’86). Il suo ultimo film, come attrice, Ray meets Helen (2017), con la regia di Alain Rudolph, racconta la storia d’amore tra una donna anziana e un ex-pugile (Keith Carradine).