L’immagina di Mohammed Adam Oga ha fatto il giro dei media: da solo su un gommone, svenuto su un compagno morto. Salvato dalla Marina de La Valletta, è stato ricoverato per una grave disidratazione, dopo quasi due settimane alla deriva nel Mediterraneo. Ieri il Times of Malta ha diffuso la sua storia: «Eravamo in 15, solo io sono vivo. Siamo partiti dalla Libia, i trafficanti ci hanno dato un Gps e ci hanno detto “andate verso Malta”. Prima è finita la benzina, poi l’acqua e poi il cibo. Abbiamo cominciato a bere acqua di mare. Dopo 5 giorni sono morte le prime due persone. Poi ogni giorno ne morivano altre due. Se torno in Etiopia mi uccidono».

Attivista del Fronte di liberazione Oromo, che lotta per l’indipendenza della regione dall’Etiopia, ha lasciato il suo paese 15 anni fa, vivendo in Eritrea e poi in Sudan. Quindi l’arrivo in Libia, con la speranza di andare in Europa. Per partire ha dovuto pagare 700 dollari a un trafficante. Il primo agosto, insieme ad altri 14 (due ghanesi, due etiopi e tutti gli altri somali), è salpato dal porto di Zawiya.

Rimasti senza cibo e carburante, nessuno li ha soccorsi: «Abbiamo gridato “aiuto, aiuto”, ci sbracciavamo verso le barche di passaggio, vedevamo aerei ed elicotteri passare ma nessuno si è avvicinato. Faceva un caldo terribile e i corpi cominciavano ad andare in putrefazione, abbiamo dovuto buttarli a mare». Infine l’avvistamento di un aereo di Frontex, che ha chiesto il soccorso de La Valletta.