Decriminalizzare la solidarietà. È questo l’appello urgente che dà il titolo all’incontro di questo pomeriggio al festival Sabir di Palermo: attivisti di tutta Europa si interrogheranno sulle modalità più efficaci per rispondere alle misure repressive adottate, negli ultimi mesi e settimane, nei confronti dei difensori dei diritti umani delle persone in transito. Dagli attacchi contro le ong allo sgombero del rifugio autogestito Chez Jesus a Claviere fino all’arresto del sindaco di Riace Mimmo Lucano. Sono loro gli ultimi bersagli di una vera e propria «criminalizzazione della solidarietà», in Italia e nel resto d’Europa.

Per ricostruire le varie fasi di questa escalation e offrire una prospettiva continentale e di medio periodo, il Transnational Institute di Amsterdam ha appena pubblicato una ricerca, tradotta in italiano, dal titolo «La solidarietà verso i migranti e i rifugiati occupa uno spazio sempre più ristretto. Ecco come l’Unione europea e i suoi Stati membri attaccano e criminalizzano i difensori dei diritti delle persone in movimento» che verrà presentata durante l’incontro di oggi. Nel documento si mostra come i movimenti e le organizzazioni solidali, oltre ai singoli, siano diventati obbiettivi delle indagini delle corti di giustizia europee, accompagnate anche dalle ritorsioni legali o da azioni violente di varie sigle dell’estrema destra.

«Si registra un’evidente e crescente sovrapposizione» hanno scritto nelle conclusioni i ricercatori del Tni «tra le ambizioni politiche delle autorità europee e i gruppi di estrema destra, fascisti e populisti che minacciano e attaccano gli attivisti, le organizzazioni della società civile e i migranti».

All’incontro di oggi sarà presente anche Francesco Martone, associato del Tni e portavoce della rete «In difesa di – per i diritti umani e chi li difende» di cui fanno parte oltre trenta organizzazioni, impegnate sul tema dei diritti umani e della solidarietà. A suo parere, «la criminalizzazione dei difensori dei diritti umani è un fenomeno globale, portato avanti da una pluralità di soggetti statuali e non come governi, imprese, criminalità e stampa» ha detto, facendo riferimento non solo ai casi italiani, ma anche agli attivisti di altri paesi sotto processo o minacciati come Helena Maleno in Marocco, Benoit Ducos in Francia o ancora Padre Solalinde tra Messico e Usa.

L’incontro di Palermo, a cui parteciperà anche il relatore speciale dell’Onu sui migranti Felipe Gonzales Morales, si tiene in una fase in cui «mancano strumenti adeguati per fronteggiare l’ondata repressiva contro movimenti e società civile», vista anche «l’avanzata globale di forze e organizzazioni di estrema destra che tentano di mettere in discussione i diritti umani». Per riuscire a garantirli, sono diverse le proposte di cui si discuterà oggi a Palermo: riconoscere il ruolo dei difensori dei diritti umani, sostenere l’attività dei relatori speciali dell’Onu per alzare il livello di denuncia e di pressione su questi temi in modo da far rispettare alle istituzioni gli standard e le normative internazionali, creare un’autorità indipendente sui diritti umani. Parallelamente, appoggiare la campagna dal basso Welcoming Europe, una raccolta firme indirizzata alla Commissione Europea per chiedere un’Europa accogliente in grado di fermare la criminalizzazione della solidarietà e di garantire un efficace rispetto dei diritti umani.