«Mentre parliamo di storie di cinema ci sono oltre sessanta storie di persone, amici, parenti, che andrebbero raccontate, oltre a quelle di migliaia di feriti», dice il Ministro palestinese alla cultura Itlab Bsesso ricordando i morti di questi giorni a Gaza durante la manifestazione di protesta contro l’inaugurazione dell’ambasciata americana a Gerusalemme. Lungo il porto di Cannes, dove si stagliano uno affianco all’altro i padiglioni degli istituti cinematografici di mezzo mondo, la Palestina celebrava quest’anno la sua prima presenza con il proprio Film Institute al Festival francese. E proprio davanti al padiglione palestinese si sono trovate ieri decine di persone in segno di solidarietà verso i palestinesi che resistono, e quelli trucidati dai cecchini israeliani.

«Persone che lottavano per la speranza di vivere una vita migliore, senza occupazione, barriere, check point» continua Bsesso rivolto ai tanti venuti a manifestare il loro sostegno: produttori, registi, attori – anche la giuria di Un Certain Regard con il suo presidente Benicio Del Toro giunti insieme alla loro collega giurata, la regista palestinese Annemarie Jacir, che chiede a tutti di tenersi per mano e dedicare un momento di silenzio alle vittime. «Chiedevano solo di non venire più spogliati della loro natura di esseri umani», dice. Al suo fianco l’attore Mohammed Bakri condanna le parole del ministro israeliano della sicurezza pubblica Gelad Erdan che ha paragonato i palestinesi uccisi ai soldati del Reich nella seconda guerra mondiale. «Ma per fortuna – continua Bakri – sappiamo che tanti israeliani sono disgustati quanto noi da parole come queste. Solo rimanendo insieme potremo raggiungere la pace». Poco distante sventola la bandiera del padiglione israeliano: non c’è quasi nessuno, ma è circondato da poliziotti armati.