Addestramento delle forze di polizia dei Paesi di origine e di transito dei migranti e finanziamenti per dotarle di attrezzature utili a contrastare il traffico di essere umani. Almeno sulla carta, come se quanto accade ogni giorno in Libia grazie al sostegno dato alla Guardia costiera di Tripoli non dimostrasse già abbastanza come le organizzazioni criminali non si preoccupino molto degli sforzi che l’Europa fa per fermarle e di come questi finiscano per colpire soprattutto i migranti.
Eppure è proprio questa la strada che l’Unione europea, Italia in testa, sembra voler percorrere ancora una volta esportando il fallimentare modello libico. La decisione è stata presa ieri nel vertice Ue-Africa voluto dalla ministra dell’Interno Luciana Lamorgese e al quale hanno partecipato i colleghi di Francia, Germania, Spagna e Malta insieme agli omologhi di Libia, Tunisia, Marocco, Mauritania e Algeria. Presenti anche la commissaria europea agli Affari interni Yilva Johansson e il commissario per l’Allargamento Olivér Varhely. «E’ stato un confronto proficuo che ci permette di rafforzare l’impegno reciproco nel prevenire e combattere il traffico dei migranti», ha spiegato Lamorgese al termine dell’incontro.

Naturalmente non sono mancate rassicurazioni circa il trattamento che verrà riservato ai migranti, come del resto già successo in passato con la Libia. «Tutti i Paesi – ha proseguito infatti la titolare del Viminale – hanno condiviso la sfida che ci impone di garantire il rispetto dei diritti umani e la dignità delle persone, ridurre la sofferenza umana di chi è più esposto a ogni ricatto».
Dietro il vertice c’è la preoccupazione dettata dall’aumento degli arrivi registrati nel nostro Paese, ma soprattutto il timore per quanto potrebbe accadere durante l’estate con una ripresa della partenze dalla Libia. E questo nonostante finora i numeri si siano mantenuti tutto sommato bassi. Stando infatti alle cifre fornite da Frontex, l’agenzia per le frontiere dell’Europa, i migranti arrivati in Italia attraverso la rotta del Mediterraneo centrale dall’inizio dell’anno stati quasi 7.200. Un numero facilmente gestibile anche se rappresenta l’86% in più rispetto ai numeri molto bassi del 2019. Tunisia e Bangladesh in testa ai Paesi di origine. Viceversa gli arrivi in Europa sono stati 36.400, un quinto in meno rispetto al 2019, soprattutto a causa della pandemia da Covid. «Abbiamo avuto un aumento degli sbarchi autonomi, non delle ong, quindi difficilmente controllabili», ha proseguito Lamorgese. «E’ stato importante avere oggi un’interlocuzione con Tunisia e Libia che sono i Paesi da cui maggiormente provengono i migranti. Ho delle aspettative sui questo aspetto, speriamo di vedere qualcosa di concreto dopo l’estate». E sempre per settembre è in programma un tavolo tecnico tra i Paesi presenti ieri al vertice per concordare come dare seguito alle decisione prese ieri.

Intanto dopo la Moby Zaza, Viminale e ministero dei Trasporti hanno indetto una gara per reperire un’altra nave da inviare in Calabria per la quarantena dei migranti. «Nel giro di due giorni dovremmo avere una risposta, perché ci è arrivata notizia che c’è qualche società interessata», ha annunciato la ministra. In caso contrario il governo è deciso ad utilizzare le caserme per ospitare i migranti.