In questi ultimi giorni Donald Trump è al centro di una nuova serie di polemiche che riguardano e rischiano di incrinare il suo rapporto con i militari. Al presidente non sono stati perdonati i dodici giorni trascorsi prima di presentare le proprie condoglianze alle famiglie dei quattro militari morti in Niger.

A queste critiche Trump aveva replicato assicurando che non si sarebbe limitato alle condoglianze, ma avrebbe telefonato personalmente alle vedove dei caduti, cosa che, a suo dire, Obama e gli altri presidenti non avrebbero mai fatto.

Purtroppo Trump era male informato: i suoi predecessori erano soliti chiamare i parenti dei soldati caduti in guerra. Per Obama si sono sollevate le voci dei suoi ex collaboratori e Pete Souza, ex fotografo della Casa bianca, ha diffuso su Instagram fotografie dove Obama sta visitando i reduci o consolando i familiari dei soldati morti in servizio.

Frederica Wilson, deputata democratica della Florida, in un’intervista alla Cnn ha pubblicamente criticato Trump per una frase insensibile detta al telefono alla moglie di uno di questi soldati Usa morti in Niger il 4 ottobre: «Suo marito sapeva cosa comportava il suo lavoro, anche se immagino che faccia comunque male», avrebbe detto Trump alla vedova, secondo Wilson che era a Miami con lei ad aspettare il corpo del marito.

Trump ha vigorosamente smentito quest’affermazione su Twitter, ma è stato a sua volta smentito dai familiari del soldato che hanno confermato la versione della deputata.

Dopo aver chiesto di estromettere i militari transgender dall’esercito, provocando le reazioni contrarie dei vertici del Pentagono, Trump non ha davvero bisogno di crearsi ulteriori inimicizie nell’esercito. Ma non lo ha capito e continua a fomentare una polemica dolorosa e meno presidenziale che mai.