Ci sono quelli che invecchiano, la maggior parte delle persone, e che nell’aspetto e nella reattività mentale conservano solo un pallido riflesso di come furono decenni prima, e ci sono alcuni fortunati che diventano vecchi ragazzi. Conservano un’aria smagata e sbarazzina, la testa e la persona ci sono ancora tutte. Enrico Rava, classe 1939, è un vecchio ragazzo che ancora oggi sa come fare a innescare da una scintilla un incendio poetico, con la sua tromba e il flicorno benedetti dall’attività continua, da migliaia di concerti e di chilometri, e da una curiosità intellettuale che ancora lo spinge a indagare quanto il mondo ha da offrire. Ad esempio, come Miles Davis, circondandosi di musicisti che hanno svariate decadi d’anni meno di lui, e sperimentando con nuove sonorità. Lui stesso racconta: «Do ai miei musicisti tutta la libertà che vogliono, perché ho fiducia in loro. Devo avere fiducia in loro, e loro devono avere fiducia in me. A quel punto, tutto diventa possibile». Come in questa Edizione speciale , in pratica il suo quartetto allargato, e dunque la spiritata chitarra elettrica di Francesco Diodati,e il sax tenore possente e sfaccettato di Francesco Diodati, il pianoforte inquieto di Giovanni Guidi, il basso solido di Gabriele Evangelista, la batteria mobile e continuamente impegnata a ricamare poliritmi di Enrico Morello. Con un repertorio che spazia a tutto campo nella lunghissima carriera del trombettista, e con qualche sorpresa. Il tutto registrato dal vivo all’Antwerp’s Jazz Midddleheim Festival, nell’estate del 2019, quando da un lato erano in corso le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della fondazione dell’Ecm, e quella per gli ottant’anni di Enrico Rava, che nella label di Monaco di Baviera iniziò a collaborare nel 1975. Performance entusiasmante.