Sconfiggere un drago o raggiungere una gelateria possono non essere attività così lontane tra loro, nell’ambito di un’avventura che – favola o documentario che sia – racconti una storia di formazione, di quel confine da attraversare per assumere una nuova consapevolezza di se stessi e del proprio posto nel mondo. E questo fanno Giorgia e Giona, le due adolescenti protagoniste di Il colore dell’erba di Juliane Biasi Hendel (in uscita a Milano il 10 e 11 febbraio e presto anche a Roma) che documenta proprio la sfida delle due ragazze per raggiungere, da sole, una gelateria in riva al lago. Una sfida con se stesse, dato che Giorgia e Giona sono cieche e l’impresa ha ben altro rilievo che per i coetanei vedenti.

E una sfida è anche il progetto stesso del film, concepito per essere fruibile tanto da chi vede che dai ciechi attraverso l’uso del sonoro, per cui la regista si avvale della collaborazione di Mirco Mencacci, sound-editor autore di «paesaggi sonori» per il cinema e produttore musicale anche lui non vedente, che conferisce al film la sua particolarità: le vere e proprie «soggettive sonore» delle protagoniste. L’intento è andare oltre il modo abituale in cui facciamo esperienza delle cose, come testimonia lo stesso uso del colore che stravolge il realismo cromatico di ciò che vediamo sullo schermo – prati, alberi, strade – nel tentativo, come dice la regista di «fare un passo in più entrando nella realtà».

Da cosa nasce l’interesse per un progetto del genere?
Circa 5 anni fa Andrea Cristofori, il nostro tecnico dell’audio, mi ha detto che stava andando a fare dei corsi di audio-descrizioni per i non vedenti, perché loro volevano «vedere i film».Così ho cominciato a interrogarmi su cosa fosse l’immagine, sia per i vedenti che per i ciechi, e ho frequentato anche io il corso. L’ho trovato molto interessante, ma mi sono resa conto che l’audio-descrizione è qualcosa che viene costruito a posteriori, un elemento esterno al film. Ho pensato che mi sarebbe piaciuto sperimentare un modo di concepire un film che potesse unire questi elementi, rendendo percepibile l’opera sia a vedenti che ai non vedenti.

Quando e come sono state coinvolte Giorgia e Giona?
Da allora ho parlato con molti non vedenti, così un giorno sono arrivata anche alla famiglia di Giorgia, che è stata disponibile fin da subito a farmi entrare nel suo mondo. Un giorno mi ha invitata alla sua festa di compleanno, dove c’era anche la sua migliore amica Giona, e io ho fatto delle riprese. Così abbiamo iniziato ad introdurre anche l’elemento telecamera, che per loro era una presenza molto forte.
L’idea di raccontarle nasce per dare una risposta alla domanda che si poneva Giorgia: «non capisco perché i vedenti abbiano paura di me, posso fare tutto, anche se non ci vedo». Giona invece era più timorosa, era a disagio ad essere «identificata». Giorgia voleva spronare l’amica, e così è nata anche l’idea di raggiungere la gelateria, di compiere l’avventura da sole. Aldilà del loro essere cieche il film racconta la voglia di due ragazzine di esplorare il mondo, di cercare di interagire con gli altri.

Come ha lavorato con Mirco Mencacci?                                                                                                                                                                                                                                                                                                                    La prima volta che gli ho parlato del mio progetto ha detto che l’idea era bella ma gli è sembrata un po’ folle. Poi quando ha conosciuto la storia ha deciso di accettare: di renderla percepibile per un pubblico che non vede e a chi vuole entrare in questa dimensione sonora al di là della vista. Così abbiamo ricostruito i paesaggi tornando in tutti i luoghi dove erano avvenute le riprese con le ragazze, e l’audio era stato registrato in presa diretta. Lui invece ha un’attrezzatura pazzesca con sei microfoni direzionati, che raccoglievano anche i più minimi rumori. Giorgia, dopo la proiezione, ha detto sembrava «un film in 3D» fatto di suoni.