Finalmente domenica, solo che ieri era lunedì. Le strade di Milano, lontane dalle polemiche isteriche montate dai media per millantare scontri politici natalizi a colpetti di twitter sull’onda della non emergenza smog, una volta tanto sembravano lastricate di buone intenzioni. I milanesi hanno rispettato il blocco, dice il comando dei vigili. Silenzio, poche automobili, rumore di passi e pedalate meno sostenute del solito. Movimento pigro. I controlli sono stati 2.500, le multe 300. Una lezione di buone pratiche, o di civiltà.

Ma è servito a qualcosa il blocco parziale del traffico? Di certo non a pulire l’aria, ma solo perché «il meteo non aiuta». Stavolta, comunque, nessuno potrà prendersela con il sindaco Giuliano Pisapia che dopo 33 giorni di superamenti dei limiti consentiti di Pm10 (50 microgrammi al metro cubo) ha deciso di imporre una tre giorni straordinaria di blocco del traffico – si replica oggi e domani, sempre dalle 10 alle 16. Solo 13 comuni su 120 dell’area metropolitana però hanno risposto all’appello. Si è trattato di un doveroso stop col trucco visto che la città è già mezza vuota per le feste e nelle ore di punta del traffico – di primo mattino e nel tardo pomeriggio – chiunque potrà tranquillamente fare del suo peggio per incrementare il veleno da polveri sottili. Sono sempre quelle, altro che emergenza. Un po’ di storia in cifre aiuta a capire quanto fiato è stato sprecato dalla politica, nei decenni, sul presunto «allarme smog». Quest’anno a Milano sono stati superati i limiti per 98 giorni, erano stati 68 nel precedente anno piovoso (ma la normativa prevede comunque che i superamenti non possano essere più di 35), 81 nel 2013, 104 nel 2012, 129 nel 2011, 128 nel 2007, 145 nel 2006, 151 nel 2003 e 162 nel 2002. Si soffoca, ma nella norma. Lo sanno tutti che Milano, e la pianura padana, sono da sempre tra i luoghi più inquinati d’Europa, anche per colpa delle auto e di una mobilità insostenibile a livello strutturale (il traffico provoca circa il 50% dell’inquinamento complessivo).

Bloccare il traffico solo a Milano però non serve a nulla e per questo servirebbe almeno un coordinamento a livello regionale e nazionale. Peccato che solo ieri il governatore della Lombardia Roberto Maroni si sia deciso a riunire «un tavolo» per studiare una comune strategia anti-smog anche con le altre regioni della pianura padana. Senza l’ira che gli attribuiscono i giornali, ieri lo ha spiegato ancora una volta il sindaco Giuliano Pisapia, anche per difendersi dagli attacchi scomposti di Matteo Salvini e Beppe Grillo: «Prima ci si informa e poi si parla. Il trasporto pubblico a Milano funziona molto bene e questa sospensione delle auto per alcune ore è molto efficace. C’è l’abitudine di qualcuno a strumentalizzare tutto senza tenere conto e avere come obiettivo il bene dei cittadini». Giuliano Pisapia, forse per cortesia, ha apprezzato la decisione del ministro dell’Ambiente Galletti di convocare a Roma i sindaci e i governatori per studiare una strategia a livello nazionale, come dire che il governo non può far altro che cominciare da zero. «Noi ci abbiamo provato con la città metropolitana ma ogni Comune ha il potere di decidere per il proprio territorio. Ci vuole un intervento della Regione che potrebbe farlo e non lo ha fatto e anche un provvedimento condiviso a livello nazionale”.

Anche chi sta studiando da sindaco ieri ha voluto dire la sua. «Penso che a Milano sia stato fatto molto con l’area C e l’ammodernamento dei mezzi – ha detto l’ex ad dell’Expo Giuseppe Sala – ora questa nuova fase dovrà vedere molto uso delle tecnologie e attivare risorse per andare avanti. Se devo pensare a un progetto nell’ambito della città metropolitana, penso a portare la metropolitana a Monza, la terza città lombarda». Pierfrancesco Majorino guarda ancora più a nord. «Di fronte allo smog ci serve una proposta politica più radicale e senza timori. Penso a Oslo che punta ad essere una città senza auto entro il 2019. La nostra direzione deve essere quella. Senza tentennamenti e a passo più spedito. Nel breve periodo dobbiamo pensare a una regia e ad interventi coordinati della Città metropolitana, anche per incalzare Maroni e la Regione Lombardia che continuano a mostrarsi assolutamente inadeguati».

A Roma, tanto per restare alle strategie concordate di casa nostra, il prefetto Francesco Paolo Tronca, invece, si è limitato ad emettere una mezza ordinanza per le targhe alterne. Ieri hanno circolato le pari, oggi circoleranno le dispari (dalle 7,30 alle 12,30 e dalle 16,30 alle 20,30). Un provvedimento che ha già rivelato la sua inefficacia lo scorso autunno per ben sei giornate. I Verdi chiedono il blocco totale del traffico e minacciano un esposto in procura qualora i livelli di smog non dovessero scendere.