La norma che dovrebbe ridurre i trasferimenti alle regioni e agli enti locali non favorevoli alle slot-machine è andata di traverso alla maggioranza Pd-Nuovo Centro Destra che l’ha concepita e poi votata. Nella versione della legge di stabilità, che ieri ha avuto il via libera della Camera e da domani ripasserà al Senato per essere approvata entro Natale, l’emendamento presentato dalla senatrice del Nuovo centrodestra Federica Chiavaroli potrà essere cancellato «immediatamente». Lo ha sostenuto il vice-premier Angelino Alfano, alla guida della neonata creatura «post-berlusconiana» che garantisce la maggioranza al governo Letta. «Evidentemente – ha aggiunto il ministro dell’Interno – quando è stato presentato l’emendamento è stato calcolato l’impatto economico della norma, ma non quello politico, mediatico e culturale». La norma, contenuta nel decreto «Salva Roma» ha riscosso lo stesso interesse (economico, non sociale) nel Pd che l’ha votata, salvo poi fare marcia indietro dopo che il suo neo-segretario Matteo Renzi l’ha definita una «porcata». Letta l’ha definita, più sobriamente, «un errore». La legge di stabilità arriva al rush finale tra le polemiche. Ieri, nel corso del dibattito alla Camera sul Ddl bilancio di previsione dello Stato, poi approvato, i 5 Stelle hanno attaccato i «lobbisti e gli affaristi» che «decidono in Parlamento» (in primis Carlo De Benedetti). «I 5 Stelle non sono abituati alla democrazia» ha risposto compostamente il capogruppo Pd alla Camera dopo la protesta rumorosa in aula. Per Sel la manovra è «iniqua e sbagliata». Per Brunetta (Forza Italia) è «nata male e finita peggio». Una «legge mancia» è stata definita dalle opposizioni.