Slitta ancora l’arrivo nell’aula della Camera del decreto immigrazione, mentre è sicuro che il governo metterà la fiducia quando si arriverà al voto. Il testo destinato a mandare in soffitta i decreti sicurezza di Matteo Salvini ha fatto posto in Commissione Affari costituzionali alle nuove misure sul Covid e se non ci saranno sorprese riceverà il via libera da Montecitorio venerdì 27 novembre.

Se non ci saranno sorprese, perché tra ostruzionismo delle opposizioni e l’ennesima fronda interna al Movimento 5 Stelle, il percorso del provvedimento in Commissione è stato fino a oggi a dir poco complicato.

L’ultimo incidente si è avuto giovedì, quando 21 deputato pentastellati hanno presentato un emendamento riguardante le navi delle ong che, pur mantenendo l’abolizione delle maxi multe volute dal leader leghista, ripristinava però la confisca del mezzo. Una misura decisamente controcorrente rispetto al testo varato dal governo.

L’emendamento è stato prima ritirato, poi riammesso e infine bocciato, ma quanto accaduto la dice lunga sugli umori che un tema come l’immigrazione suscita all’interno del Movimento. Il presidente della Commissione Affari Costituzionali Giuseppe Brescia (M5S), ha ridimensionato l’incidente ricordando come la maggioranza alla Camera sia solida e non correrebbe rischi neanche se dovessero mancare i voti dei 21 deputati dissidenti. Ciò non toglie che quanto accaduto allunga un’ombra sul successivo voto del Senato, dove i numeri sono differenti e dove Lega e Fratelli d’Italia potrebbero approfittare del malumore che l’immigrazione suscita anche tra qualche senatore 5 Stelle.

In attesa di eventi futuri il decreto va avanti a piccoli passi, con l’esame degli emendamenti che riprenderà lunedì. Ieri la Commissione ha approvato un emendamento presentato dalle dem Laura Boldrini e Barbara Pollastrini con cui si vieta l’espulsione – e quindi estende il diritto alla protezione – dei migranti che nel proprio Paese di origine rischiano di essere perseguitati anche per motivi di «orientamento sessuale e identità di genere», aggiungendo le due nuove motivazioni a quelle già previste dalla legge e che riguardano la razza, il sesso, la religione, la cittadinanza e le opinioni politiche. «E’ vero che le commissioni territoriali nel loro operare, già ne tengono conto – ha spiegato Boldrini – ma è altrettanto vero che nella nostra legislazione esisteva un vuoto normativo che con questo emendamento è stato finalmente colmato». La norma ha suscitato le proteste di Lega e Fratelli d’Italia.

Tra gli emendamenti approvati in precedenza ci sono quello presentato da Riccardo Magi (+Europa) e Luca Rizzo Nervo (Pd) che prevede la possibilità di convertire in permesso di soggiorno per motivi di lavoro i permessi di soggiorno concessi per cure mediche, a patto che il richiedente abbia trovato un impiego in Italia. E quello presentato dal deputato Stefano Ceccanti (Pd) che abroga le quote massime di stranieri da ammettere regolarmente nel territorio dello Stato per lavoro subordinato tramite i decreti flussi.