«Dov’eravate mentre in Italia dilagava la precarietà?». L’affermazione del presidente del Consiglio Renzi ha acceso le polveri del Pd e del governo contro la Cgil. La tesi è pretestuosa perchè nasconde le gravissime responsabilità del centro-sinistra e del Pds-Ds-Pd nella creazione della precarietà dal «pacchetto Treu» nel 1997 a oggi, ma ha avviato un dibattito che ha attribuito al sindacato di Corso Italia una responsabilità inventata: quella di essere stato la causa della crescita del precariato perché occupato a tutelare i lavoratori già protetti. Secondo il premier, i suoi sostenitori, oltre che la destra dell’Ncd partner di governo , i diritti dei lavoratori «garantiti» (a partire dall’articolo 18, ma non solo) sarebbero la causa dei livelli di disoccupazione.

Ieri, nella sede nazionale di Corso Italia, la Cgil ha provato a dimostrare la falsità della tesi a partire dalla concretezza dei fatti, cioè delle vertenze vinte e degli accordi stipulati a favore di un segmento del quinto stato in Italia: i lavoratori parasubordinati, le false partite Iva alla Rai e i lavoratori autonomi a diritto d’autore, i traduttori del sindacato Strade associato a Slc-Cgil. Il 16 ottobre scorso Slc, guidata da Massimo Cestaro, ha concluso due importanti accordi: il primo riguarda l’estensione del fondo sanitario integrativo anche ai «lavoratori atipici», un’intesa stipulata già quattro anni fa, ma mai applicata. Il secondo accordo impegna il sindacato e le associazioni datoriali aderenti a Confindustria per il settore grafico editoriale a determinare entro giugno 2015 i trattamenti economici minimi per le collaborazioni autonome.

Nel corso di una conferenza stampa ieri sono stati esposti anche i risultati della ricerca sul precariato dell’editoria ed è stata annunciata un’altra sull’emittenza. «Sul precariato ci siamo sentiti particolarmente offesi, come sindacato delle comunicazioni e della produzione culturale, dalle parole del presidente del Consiglio Matteo Renzi – ha detto Cestaro – Questo ci ha fatto arrabbiare, perché noi è dal 1997 in poi (pacchetto Treu) abbiamo sempre detto che si trattava di un allargamento del vecchio precariato, sostenuto da nuovi impianti legislativi, che negli anni hanno sottratto milioni di persone da un quadro di diritti fondamentali». «Nel 2013 abbiamo siglato un accordo che ha consentito l’emersione di migliaia di lavoratori nel settore postale – ha continuato Cestaro – l’ultimo accordo con la Rai è quello del 4 luglio 2013, dove si parlava di stabilizzazione per una platea di circa 3 mila precari. Accordo di stabilizzazione, messo in dubbio dal prelievo di 150 milioni di euro deciso dal Governo».

Poi l’impegno per il settore dei call center: «Il primo agosto del 2013 abbiamo siglato il primo accordo, seppur debole, per regolare questo settore. Chiediamo al governo di riaprire il confronto». Il 21 novembre è stata fissata a Roma la «Notte Bianca dei call center». Alla conferenza stampa erano presenti molti operatori di call center, collaboratori della Rai, i traduttori e operatori del cinema, del teatro e della Tv. Il segretario confederale della Cgil, Serena Sorrentino, ha rivendicato l’autonomia del sindacato dalla politiche della precarietà: «Siamo sempre stati contro la svalutazione competitiva del lavoro».