Giocattoli con un’anima elettronica, in grado di trascendere il loro corpo di plastica e trasformarsi in numero per muoversi in un altrove virtuale. Non si tratta di un racconto sci-fi ma degli Skylanders, pupazzetti di creature mostruosamente belle che, se posizionate su un «portale del potere» collegato alla console, entrano dentro il videogioco diventandone i personaggi controllabili.

Ci sono decine e decine di queste creature, legate ciascuna al titolo di riferimento, e il videogiocatore adulto e critico che le vede nei negozi può incorrere nell’errore di ritenerli insulsa robetta per bambini. Che siano pensati per un pubblico giovanissimo è cosa ovvia ma i giochi degli Skylanders si distinguono da tante altre operette elettroniche mediocremente sviluppate per i bimbi a causa del valore ludico dei videogame che abitano. Così il genitore appassionato di videogiochi che si trova a condividere gli Skylanders con i propri pargoli rischia di maturare un’infatuazione per questi pupazzi, invidiando ai bambini un tale prodigio di plastica.

L’ultima incarnazione degli Skylanders è Swap Force, uscita per quasi ogni piattaforma, comprese le console della nuova generazione, e la sua novità consiste nel fatto che le creature si possono dividere in due parti per creare chimere, invertendo i pezzi tra uno e l’altro giocattolo, unendoli tramite una calamita che all’adulto nostalgico ricorda la meraviglia magnetica di Jeeg Robot d’Acciaio. Ma siamo in un universo lontano da quello dell’invenzione di Go Nagai perché gli Skylanders ci trasportano in un colorato mondo fantasy che è naif quanto sofisticato.

Gli Skylanders richiedono un sacrificio economico che può essere più o meno ingente in base a quanti ce ne sono richiesti dalla prole, quindi spetta al genitore decidere se investire o no in questa «diavoleria», ma il videogioco di Activision è bellissimo da giocare con un bambino, anche solo per leggere nei suoi occhi la meraviglia che vi si dipinge quando vede il pupazzo riconosciuto dalla console animarsi nel mondo del gioco. Inoltre se amate i videogame riconoscerete subito la qualità artistica di Skylanders che, soprattutto su Playstation 4, è strepitoso da guardare.

Da regalare a patto di non cedere al desiderio di volerli tutti, perché ne bastano tre per finire il gioco anche se ce ne vogliono molti di più per completarlo come si deve, poiché le creature appartengono a classi specifiche e hanno poteri speciali differenti. Tuttavia gli Skylanders sono fantastici anche da conservare come esemplari di una collezione inerte e sarà facile che sia proprio l’adulto «geek» a comprarne spontaneamente uno nuovo, giustificando il gesto come altruismo natalizio per la felicità del pargolo e pensando che quando suo figlio, inevitabilmente, se ne dimenticherà, potrà esporre gli Skylanders sui propri scaffali privati insieme agli adorati balocchi vintage della propria infanzia.