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Sit in di migranti nelle città italiane: «Parità di diritti con i profughi ucraini»

Sit in di migranti nelle città italiane: «Parità di diritti con i profughi ucraini» – LaPresse

Organizzati da "Ci siamo - rete solidale" Tra le richieste un «permesso di soggiorno non legato al contratto di lavoro»

Pubblicato più di 2 anni faEdizione del 1 aprile 2022

Sono scesi in piazza a Roma, Milano, Torino e Modena per chiedere parità di dritti con i profughi ucraini. Sono i migranti che lavorano nel nostro paese privi di un permesso di soggiorno che li condanna a una vita da irregolare. La protesta nasce dalla constatazione che l’Unione europea ha approvato una delibera del 2001, mai applicata prima, che riconosce la protezione temporanea a quanti fuggono dall’invasione russa. Una delibera che equipara gli ucraini a quanti si sono visti riconoscere lo status di rifugiato.

L’iniziativa di ieri, indetta per protestare contro «il razzismo istituzionale e legislativo nelle norme in materia di immigrazione» è stata organizzata da «Ci siamo – rete solidale» che ha visto insieme associazioni di immigrati, sindacati di base, centri sociali. A Milano una cinquantina di persone tra stranieri e italiani hanno manifestato a due passi dall’Ufficio immigrazione della Questura, in via Montebello. «Mai come oggi – hanno detto gli organizzatori – è evidente quanto l’Italia e l’Ue stiano adottando misure differenziali a seconda degli interessi geopolitici ed economici del momento. Improvvisamente, dopo l’invasione russa dell’Ucraina, l’Unione europea ha tirato fuori dal cilindro una direttiva del 2001 che permette a chi scappa dalla guerra di essere regolarizzato senza passare per una richiesta d’asilo. E quando si tratta di persone in fuga dalla Libia, dalla Siria, dall’Iraq, dall’Afghanistan, dal Sudan, dalla Somalia, dallo Yemen, e da tutte le altre guerre, di cui l’Europa porta una responsabilità pesantissima?».

«Doveva essere uno sciopero, soprattutto nelle campagne – spiega Rodolfo Greco, uno dei promotori – ma ci sono state delle difficoltà a organizzarlo. Si è trasformata in una mobilitazione che a Roma continua per chiedere un tavolo in Prefettura». Le richieste dei migranti sono «permesso di soggiorno non legato al contratto di lavoro né alla residenza, cittadinanza per tutti i bambini nati in Italia, fine degli abusi e dei lunghi tempi di attesa nelle questure, azzeramento dei costi dei permessi, chiusura dei centri di detenzione». «Uno dei problemi principali – afferma Greco – sono le questioni ‘tecniche’ legate all’ottenimento dei permessi, per questo sarebbe importante un incontro col prefetto».

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