«Chiediamo alla Presidenza del Consiglio di desistere da tutte le cause intentate o ancora da intentare nei confronti dei familiari delle vittime del terremoto del 6 aprile 2009 a L’Aquila».

Subissata di mail, in questi giorni, la posta elettronica del nuovo premier Giuseppe Conte. L’iniziativa è partita dall’associazione Ilaria Rambaldi Onlus, presieduta dall’avvocata Maria Grazia Piccinini, di Lanciano (Chieti), la cui figlia, Ilaria Rambaldi, è morta nel sisma del 2009 a L’Aquila, e a cui la presidenza del Consiglio dei ministri un anno fa ha chiesto la restituzione della provvisionale elargita in seguito al processo alla commissione Grandi Rischi. Processo che in via definitiva ha visto la condanna dell’ex vicecapo della Protezione civile Bernando De Bernardinis a 2 anni di reclusione per omicidio colposo e lesioni. Lo Stato, dopo la sentenza di primo grado in cui erano stati condannati tutti i membri della commissione, aveva elargito provvisionali. Dopo l’assoluzione in appello di 6 dei 7 componenti della commissione, con contemporanea estromissione dal processo di numerose parti civilli costituite, ha chiesto indietro i soldi.

«Abbiamo avuto lutti, abbiamo dovuto sopportare sofferenze immani, abbiamo dovuto affrontare processi estenuanti, sentendo anche aberrazioni rispetto alla tragedia – dice Piccinini -. Adesso dobbiamo pure difenderci dallo Stato». Lei ha anche mandato una lettera a Conte. «Fiumi e fiumi di soldi sono stati elargiti a L’Aquila per qualsiasi cosa, – scrive -, solo i soldi per le vittime erano da risparmiare, dando un chiaro significato di disvalore alla vita umana, rispetto alle cose inanimate, tutte risarcite». E chiede un incontro «come cittadina sbeffeggiata dalle istituzioni; come cittadina che ha subito torti grandissimi; come una madre stanca, che ha solo voglia di ritirarsi in un angolo, dopo aver dismesso le armi e abbandonato i campi di battaglia, a piangersi sua figlia».