Una prima vittoria dei lavoratori nella vertenza Sirti. Al tavolo di crisi convocato al ministero dello Sviluppo economico l’azienda ha accettato di sospendere la procedura di licenziamento collettivo.
L’azienda della telefonia che ha buona parte della sua attività nella posa cavi per Tim aveva annunciato di 833 licenziamenti – il 23 per cento del totale dei 3.600 dipendenti – confermando la volontà nel primo incontro con i sindacati a Milano la scorsa settimana, nonostante gli scioperi e le mobilitazioni in tutta Italia.
Dopo il presidio dei lavoratori della mattina sotto il ministero, nel pomeriggio al tavolo l’azienda si è convinta a fare un primo – piccolo – passo indietro. «È stato ottenuto un primo risultato – spiega Pietro Locatelli della Fiom-Cgil – i vertici aziendali di Sirti hanno accolto la richiesta di sospensione dei termini della procedura per consentire lo svolgimento di un incontro che si svolgerà il 21 marzo in Assolombarda a Milano. Il Mise, che ritiene i termini della procedura non condivisibili, si è impegnato ad inserire la nostra richiesta di un tavolo di settore sulle tlc all’interno dei tavoli di discussione settoriali già aperti». Marco Giglio della Fim Cisl avverte però che «siamo ancora lontani da una soluzione, abbiamo però ottenuto la sospensione» e «questo permetterà di riaprire il tavolo negoziale per trovare soluzioni alternative ai licenziamenti, serve che ognuno faccia la sua parte per una soluzione che tuteli attraverso il lavoro tutti i lavoratori, non è accettabile che si scarichino le inefficienze aziendali solo sui lavoratori».
In mattinata, oltre al presidio sotto il Mise, si erano tenuti molti cortei di protesta lungo la penisola: le regioni coinvolte dai licenziamenti sono ben 14. Ieri è infatti partita la «settimana della lotta» dei lavoratori Sirti con manifestazioni interregionali in tutte le sedi per coprire a scacchiera il territorio nazionale.
A Catania i lavoratori delle sede Sirti siciliane di Palermo e Catania e dello stabilimento di Catanzaro hanno sfilato fino alla Prefettura della città etnea per dire no ai licenziamenti. In Prefettura una delegazione unitaria delle organizzazioni sindacali, insieme ai lavoratori, è stata ricevuta dal viceprefetto. «Abbiamo chiesto di riferire al governo la nostra indisponibilità ad accettare anche un solo licenziamento: parliamo di un settore che non in è crisi ma, al contrario, pieno di lavoro» dicono i segretari Fiom Cgil Palermo Angela Biondi e Francesco Foti, e Giuseppe Romano, coordinatore Rsu Sirti. Per i sindacati «non si può scaricare sui lavoratori il sistema degli appalti e subappalti sempre più al ribasso. È necessario che il governo intervenga, a partire dai gestori della telefonia, ponendo regole al sistema ed è altrettanto necessario che l’azienda apra la discussione.