Un’ex grillina che si definisce comunista da sempre, e la portavoce nazionale di Potere al Popolo. Eccole qui le due donne che tenteranno di riportare la voce dell’opposizione (di sinistra) nel consiglio comunale di Bologna.

C’è Dora Palumbo, già consigliera prima con il M5s e poi col gruppo misto da quando ci fu l’alleanza tra 5 Stelle e Lega che lei rifiutò nettamente, che ha deciso di essere la candidata sindaca di Sinistra Unita, formazione che a Bologna per le prossime amministrative di ottobre metterà assieme Rifondazione comunista e Pci.

E c’è Marta Collot, portavoce e volto noto televisivo di Potere al Popolo, che guiderà la lista di Pap sotto le Due Torri.Una sfida difficile per le due formazioni della sinistra alternativa. Prima di tutto dovranno superare lo sbarramento del 3%, soglia minima di lista (e non solo di candidata sindaco) per entrare in consiglio comunale.

L’uovo di Colombo sembrava essere la creazione di una formazione unitaria, ma poi dopo i primi abboccamenti l’operazione di “fusione” non è riuscita, e così ora ci sono due liste che pescheranno in un bacino elettorale simile e che i sondaggi danno, entrambe e di pochi decimi di punto, sotto al 3%. La beffa potrebbe essere dietro l’angolo.

Nelle ultime elezioni regionali i partiti della sinistra-sinistra finirono stritolati dal voto utile contro la Lega di Salvini, che, era l’inizio del 2020, stava dando l’assalto all’Emilia del Pd di Bonaccini. Questa volta, con un’alleanza di centrosinistra larga a guida Pd che a Bologna sa già di vincere al primo turno, le cose potrebbero andare diversamente.

Per questo sia Sinistra Unita che Potere al Popolo sognano il colpaccio. La sfida è lanciata al Pd e al suo candidato Matteo Lepore. Ma, nei fatti, sarà anche a quell’altra parte della sinistra bolognese che invece ha deciso di allearsi col Pd, e cioè alla rete di Coalizione civica che, al suo interno, vede anche Sinistra italiana e Art1.

«Sinistra Unita è nata perché continui ad essere presente in Comune un’opposizione di sinistra che dia voce ai movimenti ambientalisti, sindacali e sociali», spiega Dora Palumbo. La promessa è quella di una durissima battaglia contro il progetto che a breve trasformerà autostrada e tangenziale di Bologna in un serpentone di cemento a 18 corsie.

Palumbo racconta di una lista composta da «compagni giovani e vecchi che hanno partecipato a numerose battaglie», che si opporrà all’incremento del traffico dell’aeroporto e al consumo di suolo, che lavorerà per migliorare il trattamento dei dipendenti comunali e dei lavoratori in appalto pagati sistematicamente di meno, e per ampliare nidi e materne.

Tra i nomi che hanno scelto di affrontare la prova del voto ci sono volti noti come Michele Terra (ex Pcl) e Mauro Collina, una vita di militanza politica iniziata con Lotta Continua.

La candidata di Potere al Popolo in lista potrà contare anche sul noto scrittore Valerio Evangelisti. «Nella nostra lista ci sono attivisti, femministe, sindacalisti e tanti lavoratori e lavoratrici precarie», spiega Collot, precaria anche lei. E assicura «una reale opposizione al Pd e al sistema di potere che rappresenta».

Anche Pap si opporrà all’ampliamento di autostrada e tangenziale, in più vorrebbe creare un salario minimo per tutti i lavoratori in appalto del Comune. Cosa non funziona a Bologna? Per Collot «il lavoro sottopagato delle cooperative» e le «nuove grandi opere inquinanti che arricchiranno solo i costruttori privati». Sia Sinistra Unita che Pap esprimono critiche sul green pass. Per Palumbo «non è un buon sistema», perché costringe le persone a vaccinarsi in maniera autoritaria.