Natasha ha 25 anni e milita in «Sinistra Aperta» un progetto sorto qualche anno fa dall’iniziativa di ex attivisti di varie formazioni radicali. «Navalny?» – strabuzza gli occhi – «forse qualcuno in occidente dovrebbe sapere che è un islamofobo e uno xenofobo. E la sua piattaforma economica non è tanto diversa da quella di Putin».

NELLA SINISTRA RUSSA, l’imprenditore e blogger che i media mainstream vorrebbero far passare come un liberal, non è certo amato. È rimasta ancora aperta la ferita del 2012 quando la vivace galassia di «stalinisti di sinistra», trotskisti e anarchici collaborarono con il suo movimento contro le frodi elettorali. Ma quando la repressione si fece dura Navalny si rifiutò di solidarizzare con gli arrestati in nome della «legalità». Le manifestazioni contro la corruzione, su cui Navalny sta focalizzando la campagna per le presidenziali del 2018, è costruita ad arte dagli spin-doctors del suo entourage. «La sua idea di movimento – spiega Ilya Budraitskis militante del Movimento Socialista Russo – è verticale. I giovani che partecipano alle sue manifestazioni vengono utilizzati quando tatticamente lo si ritiene utile».

Un esempio lampante si è avuto proprio alla vigila della manifestazione di lunedì quando Navalny dopo essersi accordato con le autorità per tenere la manifestazione sulla Prospekt Sacharova, dove sarebbero confluiti anche gli attivisti del movimento contro le speculazioni edilizie, ha spostato inaspettatamente la manifestazione sulla via Tverskaya, provocando la dura e brutale reazione della polizia. «Una mossa dell’ultimo minuto per fornire l’immagine del leader senza macchia che si oppone al potere – ci dice Kostantin Kharitonov che gestisce una libreria alternativa nella capitale – che non è dispiaciuta neppure a Putin che ha vestito così i panni dell’uomo d’ordine di fronte all’opinione pubblica più conservatrice. In mezzo sono rimasti le centinaia di ragazzini, trascinati a forza nei commissariati».

I TEENAGER RIBELLI, fermati a centinaia dalla polizia, 900 solo a San Pietroburgo. «I giovani sono la vera novità di questo 2017 – aggiunge Kostantin Kharitonov – Si tratta di una generazione cresciuta nel boom economico putiniano dei primi anni 2000 e che ora vede minacciato il suo stile di vita dalla crisi e dalla scarsa mobilità sociale prodotta dalla sempre più invadente corruzione. Una generazione che non sa cosa sia la stagnazione brezneviana o la miseria degli anni di Eltsin. E che non è disposta a pazientare, come spesso hanno fatto i loro padri e nonni».

SONO RAGAZZI del ceto medio, ma anche quelli «no future» dell’immensa periferia moscovita che scrivono sui muri a.c.a.b. e che adorano i «porno riot». «Due mondi giovanili» segnala Anna Ivanova, militante della sinistra universitaria «che in queste manifestazioni si stanno annusando e che potrebbero essere i protagonisti di un movimento dal basso».

Ma la Russia non è fatta solo di grandi città europee. La Russia è anche la sterminata Siberia, dove la redistribuzione della ricchezza basata sulla rendita petrolifera, non si è mai vista. Di città come Omsk o Novosibirsk, dove le infrastrutture sono rimaste quelle sovietiche e dove interi comparti produttivi sono finite in pezzi. Le città, non a caso, dove lo sciopero degli autotrasportatori è più compatto e va ormai avanti da mesi. Qui le manifestazioni di due giorni fa hanno assunto tutto un altro segno. Meno giovanissimi certo, ma più operai, pensionati, piccoli imprenditori, che rivendicano la possibilità di lavorare o avere pensioni indicizzate.
Kharitonov ne è convinto: «È da mesi che i compagni siberiani ci confermano questo dato. A Vladivostok, per esempio, il sindacato dei portuali è cresciuto e ha ottenuto dei risultati salariali che pochi avrebbero immaginato». Non è un caso che nella città che si affaccia sul mar del Giappone nelle ultime elezioni per la Duma l’astensione ha raggiunto il 75% degli aventi diritto. «Navalny intende essere il magnete elettorale di uno scontento che è variegato e che in taluni casi assume caratteri di classe» conclude Anna Ivanovna. «È in questo spazio, che si dovrà costituire la sinistra russa».