Politica di cambiamento e democrazia, a questo passaggio, si tengono insieme. Solo un’affermazione significativa della sinistra può rompere gli equilibri oggi prevalenti, iniziare a ritessere un rapporto fra cittadini e politica oggi largamente segnato da una vera e propria crisi di legittimazione che colpisce le basi stesse della nostra democrazia, riaprire una prospettiva di cambiamento per il nostro Paese.
Il nodo da sciogliere, al più presto e in modo largamente partecipato, è quello di dar vita ad una lista unitaria ed innovativa, con un programma essenziale. Un’iniziativa che sia in grado di riportare sulla scena politica ed elettorale, facendole pesare, tutte quelle forze potenzialmente di sinistra, oggi disimpegnate o disilluse, ma indisponibili a sostenere una sinistra non soltanto frammentata (l’esito unitario non è scontato), ma, soprattutto, non chiara nel proprio autonomo progetto, o politicamente auto-referenziale nella politica, nei programmi e nelle persone.
È una scelta che deve necessariamente essere critica nei confronti di una fase storica e politica in cui gran parte della sinistra si è rivelata subalterna al paradigma neoliberista, e anche troppo corriva verso un modo di far politica che ha contribuito ad un distacco diffuso dalla politica.
Non si possono, tuttavia, caricare su questa iniziativa anche compiti che si pongono su altro piano (più di prospettiva), quali la formazione di un nuovo soggetto politico e di una sua leadership (diffusa). È evidente che una risposta complessiva – su cui concentrare l’impegno di tutte le forze disponibili – è quella che guarda alla costruzione di un nuovo soggetto politico: un nuovo, grande partito della sinistra, che ponga il baricentro della politica nella società, che qui rimetta radici e da qui costruisca un nuovo nesso politico società/istituzioni. Un soggetto politico nuovo per cultura politica, forte di una solida base programmatica, nuove modalità di partecipazione e organizzazione e regole interne improntate all’inclusione. Un nuovo soggetto politico-generale, parte di una pluralità di soggetti (movimenti, associazioni, etc.), con una loro specifica politicità, in grado di dare alla sinistra una sua nuova, rilevante e aperta fisionomia e ad ognuno la possibilità di dare il proprio contributo di cambiamento.
Tuttavia, qui e ora, si pone un compito immediato: è necessario presentare agli elettori una offerta politico-elettorale di sinistra che sia e che possa essere sentita come innovativa, per dare voce e rappresentanza ad una sinistra che c’è, che può esser attivata, potenzialmente larga, e che, sulle idee e sui programmi, può essere molto più unita di quanto possa far pensare l’attuale pluralità di soggetti. Si tratta di mettere in campo una proposta in grado di parlare, diffusamente e credibilmente, a donne e uomini oggi disimpegnati o attratti, per alternative mancanti, da forze populistiche o dal voto al «meno peggio». Una proposta innovativa, quindi, che valorizzi competenze ed esperienze, socialmente diffuse, in linea con l’idea critica che l’azione politica non si esaurisce nelle istituzioni, con l’obbiettivo di dar vita ad una rappresentanza parlamentare per un coerente lavoro politico-legislativo. Una lista, dunque, con un programma essenziale, candidature di largo rinnovamento, l’indicazione di un suo responsabile/portavoce (non un «capo», come recita la legge elettorale, o un «uomo solo al comando»). Una lista, insomma, che, per questo, possa rappresentare una base importante per il lavoro futuro.