«Non ci uniamo al partito dello spread e della lealtà a vincoli europei che riteniamo sbagliati» ma anche «non possiamo riconoscerci nella proposta del governo priva di qualsiasi elemento redistributivo». Né con gli europeisti «eredi della Terza via» né con il governo pentaleghista. Ieri l’assemblea nazionale di Sinistra italiana ha approvato a larga maggioranza (15 astenuti) un documento di critica alla manovra gialloverde. «La versione abbozzata di Quota 100 (…) coinvolge una platea ristretta e per un tempo che potrebbe essere limitato». Quanto al reddito di cittadinanza «è un reddito di sudditanza, figlio di una visione paternalistica nei confronti dei poveri», che saranno «vincolati alla necessità di accettare qualsiasi offerta di lavoro da determinare di fatto l’ennesima misura finalizzata alla moderazione salariale».

Ma il core business della discussione era la sorte di Liberi e uguali in vista delle europee. Archiviato il congresso deciso a maggio e mai avviato – l’obiettivo, il partito unitario con Mdp si è rivelato proibitivo – Si si collega a Piero Grasso «che ha messo in campo una carta programmatica e valoriale (…), a cui ci sentiamo molto vicini» e alle posizioni di Francesco La Forgia, di Mdp ma ormai ’delfino’ del presidente. «Se è evidente che non esista la possibilità di portare sulle nostre posizioni Leu nella sua interezza» d’altro canto ci sono le condizioni per una «confluenza in una lista plurale alle europee con altri soggetti e personalità della sinistra, dell’ambientalismo e del civismo democratico». Leggasi Dema, la Diem di Varoufakis e Prc.

Quest’ultimo è il punto di attrito con Mdp. Per la quale un cartello «di sinistra» alle europee sarebbe di fatto la rottura del patto di Leu. Tuttavia i termini più sfumati del documento potrebbero convincere Speranza&Co a non rompere. Lo si capirà dalla riunione di Mdp domani a Milano. Intanto oggi anche il Prc, alla fine del Comitato politico nazionale a Roma, deciderà per «una convergenza» fra le forze di sinistra «antiliberista» per le europee. A patto che il riferimento a Bruxelles sia il Gue. Per Mdp invece l’approdo resta la famiglia socialista.