Al Nord grazie all’«emergenza profughi» saltano le distinzioni sostanziali fra la Lega di Matteo Salvini e il Pd.

Il caso più sintomatico è quello di Este, 16 mila abitanti in provincia di Padova. Anche ai piedi del parco dei Colli Euganei arrivano i profughi, ma l’accoglienza nel giro di pochi giorni diventa conflitto aperto. Una ventina di migranti decide lunedì pomeriggio di protestare: bloccano il traffico intorno alla rotonda-chiave sulla strada regionale 10. Giancarlo Piva, sindaco Pd d’anima cattolica e di fede renziana, va su tutte le furie: «Vanno espulsi subito» tuona, con conseguente richiesta protocollata in municipio e spedita al prefetto Patrizia Impresa. I tre leader della protesta sono già stati trasferiti da Este nell’ex caserma Prandina trasformata in mini-hub padovano.

A Orzinuovi (Brescia), invece, la locale segreteria del Carroccio ha lanciato in grande stile (dai social in Internet fino al porta a porta) l’eloquente campagna «Segnala il clandestino, difendiamo Orzinuovi». Argomenta così Federica Epis, la segretaria della Lega: «Vogliamo difendere la comunità e chi tradisce la comunità è giusto che venga escluso». È l’evoluzione delle ronde padane: il gazebo del Carroccio sarà a disposizione di una vera e propria “mappatura” dei migranti.

Da Igea Marina (Rimini) rimbalza la polemica legata alle risorse destinate all’accoglienza. Giancarlo Pari, il titolare dell’hotel Gelso (tre stelle nella zona delle colonie) ha candidamente ammesso che l’ospitalità ai profughi gli consente di far quadrare il bilancio, soprattutto in tempo di crisi del turismo. «Il mio hotel è semideserto, con i profughi arrivavo a incassare anche 45 mila euro al mese. Gli ultimi 14 sono andati via il 2 giugno, in altre strutture del Riminese, ma da ottobre se le autorità saranno d’accordo il mio hotel tornerà a disposizione» ha argomentato in un’intervista al Resto del Carlino. Secca e piccata la replica del deputato leghista locale Gianluca Pini: «È un parassita. Li ospiti gratis…».

Passando all’Emilia, c’è l’assessore alla coesione sociale Giovanni Gargano che declina l’impegno di Castelfranco Emilia, cui la prefettura di Modena ha assegnato una trentina di profughi. Ecco come: «Il gestore, individuato dalla prefettura tramite gara ad evidenza pubblica, è la cooperativa sociale Caleidos. I soggetti sono ospitati in tre appartamenti reperiti dalla coop presso privati. Altri 24 soggetti sono ospitati presso un albergo. Ma il Comune non sostiene spese a carico del proprio bilancio».

Infine, Capannori (Lucca). I 15 richiedenti asilo politico da questa settimana si preoccupano del recupero del campo sportivo e della sistemazione del parco nella casa della salute «don Gori». Lavoro volontario da parte dei migranti, che provengono da Ghana, Mali, Gambia e Senegal. Evidenzia l’assessore alle politiche sociali Ilaria Carmassi: «Così vivranno una dimensione di appartenenza alla comunità».