Ignorati per mesi, convocati in fretta e furia. Potere del successo dello sciopero e della vicinanza con le elezioni regionali. I sindacati della scuola oggi alle 14 varcheranno l’entrata del Nazareno per un incontro col vicesegretario Lorenzo Guerini e col presidente del Pd Matteo Orfini.

Ma la vera novità riguarda l’invito esteso anche ai segretari generali: all’incontro parteciperanno Susanna Camusso, Annamaria Furlan e Carmelo Barbagallo. Cgil, Cisl e Uil dalle parti della maggioranza del Pd di Renzi vengono percepiti come vecchi arnesi o giù di lì. La loro convocazione, sempre che di dialogo e non di mero ascolto si tratti, potrebbe essere il primo segno di cedimento nella strategia che finora ha voluto il muro contro muro nei confronti dei sindacati, dal Jobs act in giù.

Non c’è comunque da farsi illusioni. L’oggetto della convocazione e i tempi contingentati non preannunciano nessuna svolta. A Cgil, Cisl e Uil e alla loro nutrita delegazione (almeno sei tra segretari generali e di categoria) verrà concessa una sola ora. Alle 15 infatti toccherà a Gilda e Snals, i sindacati autonomi che completano le cinque sigle che hanno portato a successo lo sciopero di martedì. Annunciando la convocazione poi il vicesegretario Lorenzo Guerini ha dichiarato: «Ascolteremo e spiegheremo la riforma». Parole che suonano stonate, tanto quanto quelle del ministro Giannini che più volte ha accusato i sindacati di «non conoscere la riforma».

Il fatto che sia il Pd e non il governo a voler incontrare chi ha proclamato lo sciopero viene invece giudicato molto positivamente. «Noi il ministro Giannini lo abbiamo incontrato una sola volta a pochi giorni dalla presentazione del disegno di legge. È stato un incontro surreale in cui non ci è stata fornita nessuna risposta, nemmeno se la riforma sarebbe stata fatta per decreto o meno. Meglio dunque che sia il Pd ad incontrarci. Il disegno di legge deve passare in parlamento e noi siamo in contatto con tutte le forze di opposizione per presentare emendamenti. Se li presenterà anche il Pd meglio ancora», sintetizza il coordinatore nazionale di Gilda Rino Di Meglio.

Il rischio poi che il fronte sindacale possa essere spaccato dalle sirene delle promesse di modifiche del Pd è reale. Ma viene minimizzato. «Timori li avevo fino al giorno dello sciopero – confida Di Meglio – . Ma dopo il successo mi pare molto difficile che qualcuno si sfili: sarebbero gli insegnanti a non capire perché l’interesse principale della categoria è mantenere l’unità e non accontentarsi di modifiche di facciata».

E dunque sia Cgil, Cisl e Uil – prima – che Gilda e Snals – dopo – ribadiranno le loro richieste comuni: un decreto per le 100mila assunzioni di tutti i precari, stante l’ormai acclarata impossibilità di garantirle per l’inizio del prossimo anno attendono la fine dell’iter del disegno di legge; riduzione sostanziale dei poteri dei dirigenti scolastici («altro che sostituire “sceglie” con “individua»); abolizione degli albi territoriali a triennio («che significano graduale precarizzazione dei docenti»).

L’incontro di oggi potrebbe infine portare ad una modifica di strategia da parte sindacale. Se fino a ieri la Cgil in testa puntava a modificare il ddl più al Senato (dove la minoranza Pd è decisiva), ora può puntare anche alla Camera. Ma senza lo stralcio in decreto delle 100mila assunzioni e le modifiche sostanziali, le forme di lotta fino al blocco degli scrutini verrebbero confermate.