I sindacati europei, con Cgil, Cisl e Uil in prima fila, in piazza ieri mattina a Bruxelles per chiedere un’Unione «più equa», capace di promuovere la crescita, garantire i diritti di tutti i lavoratori e dare un futuro al progetto europeo riavvicinandolo alle esigenze dei cittadini. La richiesta di svolta nelle politiche sociali dell’Ue che uscirà dalle urne a fine maggio arriva dalla Confederazione europea dei sindacati (Ces) che ha organizzato la manifestazione che ha portato 8mila persone in rappresentanza di 20 sigle in corteo lungo le strade di Bruxelles dalla sede del Parlamento europeo a quella della Commissione Ue.

La manifestazione è stata definita «un grande successo» da Luca Visentini, segretario generale della Confederazione a cui fanno capo circa 45 milioni di lavoratori. «Vogliamo rilanciare il modello sociale europeo e reagire a questa deriva antidemocratica di estrema destra che purtroppo stiamo vedendo in moltissimi Paesi europei, Italia compresa», ha aggiunto sottolineando che l’appello è stato lanciato non solo ai candidati alle prossime elezioni europee, ma anche «ai lavoratori in quanto cittadini ed elettori, che devono andare a votare per costruire un’Europa diversa. Queste elezioni sono le più importanti di sempre».

Presenti alla marcia anche 500 rappresentanti italiani di Cgil, Cisl e Uil. «Bisogna cambiare le politiche europee, favorendo il lavoro ed evitando il dumping. Il pilastro sociale è importante ma non basta, servono misure che lo sostengano. Noi chiediamo che diventi parte delle politiche effettive della prossima Commissione», ha sottolineato la vicesegretaria generale della Cgil Gianna Fracassi.