I dipendenti pubblici restano nel mirino della legge di stabilità che il Presidente della Repubblica Napolitano invita a «difendere con coraggio» perché lo spread cade e i mercati applaudono. Esiste una sproporzione evidente tra l’enfasi del gran protettore delle sempre più ristrette larghe intese e le 50 mila persone – stima abbastanza realistica di Piero Bernocchi (Cobas) – che hanno partecipato al corteo dei sindacati di base, terminato in piazza San Giovanni a Roma con un concerto dei 99 Posse e degli Assalti Frontali e un’«acampada» notturna.

Il corteo di ieri aveva un’evidente caratterizzazione da lavoro dipendente. Precari e cassaintegrati, personale della scuola «Quota 96», impiegati degli enti locali, vigili del fuoco. A molti di loro la legge di stabilità regala una mancetta da 150 euro annui ( meno di 13 euro al mese) di cui beneficeranno insieme a circa 16 milioni di contribuenti. Il provvedimento sancisce il blocco della contrattazione fino al 2014 e posticipa il turn-over, cioè la proporzione di nuovi assunti rispetto alla quota dei pensionamenti, di due anni. Nel 2015 ci saranno assunzioni per il 40 per cento dei ritiri, nel 2016 per il 60 per cento e nel 2017 per l’80 per cento, nel 2018 sarà al 100%. Uno stillicidio che aumenterà i risparmi dello Stato (da quando è iniziata questa spending review, di 11,5 miliardi) a cui si aggiungerà l’aumento dell’età pensionabile previsto dalla riforma Fornero. La situazione non verrà sbrogliata dall’assunzione di 120 mila precari con tre anni di anzianità nella PA tramite concorsi «meritocratici». I sindacati sostengono che almeno 50mila persone saranno escluse da questo progetto del governo.

Al corteo hanno sfilato rappresentanze di lavoratori di Mirafiori o della Sigma Tau, Alitalia, della logistica. C’erano le «mamme vulcaniche» e il comitato contro l’inceneritore di Giuliano/Acerra. In testa, il movimento dei migranti e dei rifugiati che hanno chiesto la cancellazione della legge Bossi-Fini. «Noi siamo qui per dire che i nemici degli operai non sono i migranti, ma chi continua a portare avanti politiche xenofobe» ha detto Aboubakar Soumahoro, portavoce del Movimento. Sparuti, ma visibili, i comitati No Muos, No Tav e il Forum dei movimenti per l’acqua. Nutrito lo spezzone dei movimenti romani per il diritto all’abitare, a partire dai Blocchi Precari Metropolitani.

Oggi, dalle 14, saranno tra coloro che partiranno in corteo da San Giovanni per «assediare» il ministero delle Infrastrutture, quello dell’Economia e la Cassa Depositi e Prestiti – la società finanziaria partecipata al 70% dal Tesoro – alla quale lo Stato venderà immobili pubblici per il valore di 1,5 miliardi di euro nel prossimo triennio. Un’operazione che dovrebbe ridurre il debito pubblico, rimodulando sulla soglia del 3% il rapporto tra deficit e prodotto interno lordo (Pil) per il 2013. Per l’Usb, questa misura è ancora una volta depressiva e rispecchia l’imperativo del pareggio di bilancio richiesta a gran voce dalla Commissione Europea. Un altro modo per avviare la riduzione del debito pubblico dall’attuale 132% al 60% sul Pil, 45 miliardi di euro all’anno per vent’anni imposto dal Fiscal Compact che la «strana maggioranza» Pd-Pdl ha votato in Costituzione al tempo del governo Monti. Tra i pochi a denunciare questo scenario surreale, ma tremendo, ci sono i sindacati di base. «Sui posti di lavoro Cgil, Cisl e Uil diffondono la rassegnazione – afferma Pierpaolo Leonardi, esecutivo nazionale Usb – il governo invece persevera nelle politiche di massacro sociale sotto dettatura della Troika».

Lo sciopero generale ha registrato punte del 100% di adesioni nel trasporto pubblico, all’Inps e negli enti locali. Per Guido Lutrario, Usb di Roma e Lazio, «È stato un successo inaspettato, nonostante il silenzio dei media». Quanto alla manifestazione di oggi pomeriggio Lutrario assicura che «tutti i soggetti che partecipano condividono la piattaforma e l’omogeneità dei comportamenti in piazza. Non vorrei che l’allarmismo che ha annunciato il corteo prepari interventi eccezionali da parte delle forze dell’ordine. Mi auguro che l’Italia sia un paese in grado di sostenere l’esistenza di un’opposizione popolare contro l’austerità».