Dopo un presidio in piazza Castello, i No green pass torinesi hanno sfilato per le vie che dal centro della città si spostano nel quartiere Vanchiglia. Circa 3 mila persone sono scese in strada a Torino per protestare contro il passaporto vaccinale ma anche contro la stretta del ministero dell’Interno, che solo pochi giorni fa aveva limitato queste manifestazioni alla forma statica.

«Noi siamo il popolo», «No green pass fino alla vittoria», «Giù le mani dai bambini», «Libertà», «La gente come noi non molla mai», «La salute è nostra, non ci fidiamo dello Stato» sono stati gli slogan più ripetuti. Cori contro i virologi e Draghi, fumogeni. «Nessuno può fermare il popolo unito», ha dichiarato Marco Liccione del gruppo La Variante Torinese, ex militante di Fratelli d’Italia, uno dei leader locali, già impegnato nelle manifestazioni contro il lockdown. «Gli insensati tentativi di Palazzo Chigi di opprimere il legittimo dissenso – ha aggiunto Liccione – sono falliti. I sit-in proseguiranno a oltranza fino a quando il governo non eliminerà l’obbligatorietà del green pass».

Il corteo ha avuto una composizione eterogenea: bandiere dell’Italia, del Piemonte e della Romania e anche alcune dei Cub in fondo. E, tra varie scritte, pure lo striscione «No Green Pass Valsusa». Direzione a cui guarda Ugo Mattei, candidato a sindaco di Torino con Futura e animatore del recente convegno che ha portato a Torino Massimo Cacciari, Carlo Freccero e Giorgio Agamben (in collegamento): «Il movimento No Tav – ha detto Mattei durante la protesta di ieri – sbaglia a non unirsi a noi perché la lotta è la stessa. Uniamoci in una sola cosa perché il popolo non è mai sconfitto quando è dalla parte giusta della storia e noi lo siamo». Il corteo, dopo aver sfilato per corso Regina Margherita, via Napione e corso San Maurizio, è tornato in piazza Castello.